Oltre 122mila euro già spesi da Regione Lombardia e ora spunta persino l’ipotesi dei vecchi timoni. Almeno un anno e mezzo soltanto per vedere il nuovo prototipo. Ma andiamo con ordine.
L’interrogazione del consigliere Orsenigo e l’ipotesi dei parapetti storici: già spesi quasi 123mila euro
La Soprintendenza, nel parere firmato dall’architetto Giuseppe Stolfi lo scorso 27 giugno in seguito al sopralluogo a Como, evidenzia due criticità di fronte al prototipo presentato alla città il 13 maggio scorso. Quando, a Sant’Agostino, la posa delle barriere – in tre differenti colori, grigio più chiaro, grigio antracite e grigio azzurrato – aveva sollevato più di qualche perplessità.
A sottolinearlo è la stessa Soprintendenza nel parere inviato al Comune di Como e ad Aria, la società regionale che sta seguendo il cantiere antiesondazione dal 2016. Tra le criticità, si legge nel documento, una è “legata agli effetti estetici e di visuale, nell’ipotesi che il parapetto progettato venga posato in modo continuo lungo il bordo a lago”. La seconda criticità, invece, riguarda “le notevoli dimensioni della struttura in progetto che certamente ottempera le prescrizioni di sicurezza dettate dalla stazione appaltante e dalla normativa vigente in materia – spiega l’ente – ma senza riuscire a porsi in rapporto con l’immagine del lungolago”. In sintesi, il nuovo prototipo stona rispetto al paesaggio circostante e ai parapetti già presenti sul lungolago.
Per questo motivo, la Soprintendenza suggerisce due possibili opzioni. Si potrebbe arretrare la posa del parapetto, “al fine di creare una maggiore distanza tra questo e il bordo a lago”. Così facendo, non sarebbe più necessario rispettare i requisiti normativi che hanno portato alle barriere tanto discusse. In alternativa, appunto, spunta l’ipotesi dei vecchi timoni. L’ente, si legge al termine del parere dello scorso giugno, valuta “la riproposizione degli elementi storici”, cioè il parapetto a timoni presente ancora in parte del lungolago da mettere a norma e da riprodurre per le parti mancanti.
Spazio poi alla questione economica. Regione Lombardia ha già speso oltre 122mila euro per i nuovi parapetti sul lungolago di Como. È quanto emerge dall’interrogazione depositata dal consigliere regionale del Partito Democratico Angelo Orsenigo, sette pagine indirizzate all’assessore regionale Massimo Sertori per avere chiarimenti su quanto fatto finora dalla società Aria. Una spesa non di poco conto, insomma, che arriva direttamente dalle tasche dei contribuenti. Ma dei parapetti, per il momento, neanche l’ombra.
In particolare, spiega Orsenigo nell’interrogazione, oltre 38.706 euro sono stati spesi “per la progettazione, realizzazione e posa del prototipo di parapetto”, quello dello scorso 13 maggio per intenderci. Il 7 luglio 2023, inoltre, Aria aveva affidato alla stessa società “i servizi tecnici relativi alla progettazione della fornitura, realizzazione e posa in opera del parapetto fronte lago di Como, richiesto da Regione Lombardia” per un importo di oltre 84mila euro.
Il commento del consigliere regionale Angelo Orsenigo
“Dalle dichiarazioni dell’assessore Sertori emerge chiaramente che Regione Lombardia intende ora lavarsene le mani sulla vicenda dei parapetti del lungolago di Como. Una scelta imbarazzante, dopo nove anni di continui cambi di rotta e decisioni contraddittorie”, dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico.
“Si è passati dal recupero dei parapetti storici all’ipotesi di repliche, poi a un restyling del disegno, fino al prototipo moderno che – come era prevedibile – è stato bocciato da tutti, Regione compresa, che lo aveva commissionato tramite Aria. Ora si tenta di scaricare il problema sul Comune, che però aveva partecipato alla selezione del disegno rivelatosi inadeguato”, aggiunge Orsenigo.
“È paradossale – commenta Orsenigo – che solo dopo il fallimento del prototipo sia emerso pubblicamente che Regione, Comune e Soprintendenza avevano da tempo cambiato idea, senza coinvolgere la cittadinanza o esperti esterni“. “Tre sono i punti critici – sottolinea il consigliere dem – Primo, si poteva evitare tutto questo caos, considerando che né la normativa obbliga alla posa di un parapetto sulla passeggiata né la Soprintendenza esclude ora la compatibilità tra sicurezza e parapetti storici. Secondo, i tempi si allungheranno ancora: si parla di almeno altri venti mesi per un nuovo prototipo. Terzo, anche senza sospettare intenti di risparmio, la Regione ha comunque sprecato altri 122mila euro di soldi pubblici per un progetto fallimentare“.
“È grave essere tornati alla casella di partenza dopo anni e denaro buttati. Ma se finalmente si parte dall’elemento più ovvio, come indicato dalla Soprintendenza – cioè, il valore ambientale e paesaggistico del lungolago – si può ancora fare la scelta giusta. Recuperare il vecchio parapetto a timoni, con qualche accorgimento tecnico, potrebbe garantire sicurezza e identità storica, magari in tempi più rapidi di quanto si pensi”, conclude Orsenigo. A favore dei parapetti storici anche gli esponenti di Fratelli d’Italia Como, la cui petizione ha superato le 1000 firme.
Almeno un anno e mezzo per vedere l’eventuale nuovo prototipo
Almeno un anno e mezzo per avere il nuovo prototipo di parapetto, come ricordato anche dal consigliere Orsenigo. Spunta anche la piaga delle tempistiche. “Ci sono tante variabili da considerare, ma stiamo lavorando quotidianamente”, aveva detto nelle scorse ore il sindaco Rapinese.
In particolare, secondo le stime riportate nella risposta che l’assessore regionale agli Enti locali Massimo Sertori ha dato all’interrogazione presentata dal consigliere dem Angelo Orsenigo, tra la nuova gara, altre valutazioni e la produzione di eventuali nuovi prototipi, potrebbero passare 20 mesi prima di vedere i tanto attesi parapetti, che dovranno essere visivamente meno impattati, e arretrati rispetto al bordo lago, oppure quelli a timoni da mettere a norma e da riprodurre nelle parti mancanti.
“Se il progetto rimane in capo ad Aria”, si legge nel documento, si stimano 8 mesi per effettuare la nuova gara e altri 8 mesi per ulteriori valutazioni relative ai parapetti esistenti e per la progettazione. Infine, “ulteriori 4 mesi per la produzione di eventuali prototipi”. Insomma, un anno e mezzo (almeno) per arrivare al campione dei parapetti che, questa volta, si spera sia quello definitivo. Senza considerare, poi, la posa della barriera.