Ogni estate puntualmente si ripetono le stesse scene. Cartelli segnalano il divieto di balneazione ma intere famiglie, ragazzi, turisti li ignorano. Questa volta è stato un passante in bicicletta, nostro telespettatore a documentare quanto accaduto ieri pomeriggio.
In un martedì della prima settimana di agosto, il lungolago attorno al tempio voltiano è preso d’assalto per pisolini, tintarella, bagni, tuffi e tutto ciò in barba ai divieti di legge ma che per il turismo selvaggio diventano una invece una regola.
La maggior parte delle volte chi viene in visita a Como ignora quanto in quel tratto di lago l’acqua sia inquinata e contaminata da escherichia coli, il batterio che può causare gravi problemi di salute. Ma a preoccupare ancora di più le autorità e i cittadini sono anche i gravi rischi che può portare la balneazione in quei punti, già in passato testimoni di tragedie. Eppure a Como il bagno è possibile farlo, ma solo nei due lidi autorizzati di Villa Geno e Villa Olmo dove l’acqua è controllata e la balneazione è sicura. Ma bisogna pagare. E c’è chi preferisce rischiare gratuitamente.