“Non è un caso di Chikungunya a dover generare allarmismo, ma serve prudenza, attenzione e qualche accorgimento personale”. Lo sottolinea il dottor Paolo Bulgheroni direttore del dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di Ats Insubria in seguito al caso di Chikungunya accertato a Como. Insomma, dopo Dengue e West Nile compare ora un altro nome che potrebbe fare paura se non lo si conosce. Ma andiamo con ordine.
La Chikungunya è una malattia virale, che rientra – spiega il dottor Bulgheroni – in un’ampia gamma di patologie virali simili, le cosiddette “arbovirosi”. L’infezione si trasmette dalla puntura di insetti, principalmente zanzare, e “nella maggior parte dei casi non la malattia ha un decorso ordinario, non grave”, sottolinea ancora l’esperto. Solitamente, la malattia si manifesta con sintomi quali febbre e disturbi dermatologici. Soltanto nelle forme più acute, ma anche più rare, spiega ancora Bulgheroni, possono insorgere problemi al sistema nervoso, che sfociano in meningiti o encefaliti”.
Ats Insubria, è bene ricordarlo, dà sempre indicazioni ai comuni prima dell’estate, affinché effettuino gli interventi necessari sul territorio, con strumenti larvicidi”, volti cioè a evitare la proliferazione di insetti, intervenendo direttamente sulle larve. In aggiunta, come già fatto dal Comune di Como in seguito al caso Chikungunya accertato in città, si effettuato disinfestazioni straordinarie con i cosiddetti “adulticidi”, per intenderci trattamenti contro gli adulti di zanzara. L’obiettivo, spiega il direttore, “è abbattere gli insetti vettori”.
È bene precisare, però, – come assicura Ats Insubria – che nell’intera provincia di Como non ci sono casi autoctoni di Chikungunya. Si tratta esclusivamente di casi di importazione, cioè cittadini che hanno soggiornato all’estero – in particolare in mete esotiche e tropicali – e una volta in Italia hanno accertato l’infezione. E lo stesso è successo in città. Il caso riscontrato, infatti, riguarda un turista che è stato contagiato all’estero, è soltanto di passaggio sul lago e qui gli è stata diagnosticata l’infezione. “Non c’è nessun allarme – ribadisce Bulgheroni – sono sufficienti piccoli accorgimenti quotidiani, dall’uso di repellenti alle zanzariere, oltre a evitare i ristagni d’acqua e vestirsi in maniera adeguata, coprendo – quando possibile – braccia e gambe.
Fondamentale, infine, l’intervento tempestivo dell’Ats e l’attività di disinfestazione eseguita dal comune”. Piccole accortezza, insomma, ma essenziali. Accorgimenti quotidiani, dicevamo, che aiutano a prevenire questo genere di malattie, Chikungunya inclusa.