(ANSA) – PALERMO, 24 AGO – "Abbiamo scelto di riaffermare un principio basilare, oggi tutt’altro che scontato: la dignità e la vita umana vengono prima di ogni altra considerazione". Lo dice Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans che ieri sera ha portato a Trapani 10 migranti – soccorsi nel Canale di Sicilia tra mercoledì e giovedì – contravvenendo alle indicazioni del Viminale che aveva indicato in Genova il porto sicuro. "Lasciare per giorni dei naufraghi traumatizzati a bordo di una nave, esposti nuovamente a un contesto che ricorda loro l’inferno appena vissuto, è inaccettabile. È come costringere una persona ustionata – aggiunge – a restare tra le fiamme. La cura comincia dalla comprensione, dalla capacità di mettersi nei panni degli altri. È per questo che abbiamo deciso di attraccare a Trapani. Siamo consapevoli delle conseguenze che questa decisione può comportare in un contesto in cui le operazioni di soccorso vengono penalizzate e criminalizzate, mentre i trafficanti di esseri umani e le violazioni sistematiche dei diritti prosperano impunite". "Le persone soccorse erano state brutalmente aggredite, picchiate e gettate in mare, trattate come oggetti da smaltire. Non possiamo accettare una visione del mondo in cui gli esseri umani sono trattati come merce – sottolinea Marmorale -. Abbiamo detto no a questa logica disumana, perché ciò che oggi viene inflitto a chi è considerato ‘umanità di scarto’, domani potrebbe colpire tutti noi. Abbiamo messo un freno come abbiamo potuto". (ANSA).