(ANSA) – SORRENTO, 24 AGO – Non diventerà un hotel, o una casa vacanze, lo storico monastero di Santa Maria delle Grazie, a Sorrento. Dopo l’annuncio della chiusura al culto del luogo sacro poiché l’ultima monaca se n’è andata, e l’allarme lanciato da una petizione pubblica, arriva la risposta di Franco Russo, responsabile dell’Ente Conservatorio che gestisce l’immobile: "Un albergo a 4 stelle? E’ un ipotesi priva di qualsiasi fondamento", afferma, aggiungendo che "fino a questo momento non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte dell’Ordine delle monache domenicane in merito al rilascio del monastero". Ad accendere la miccia era stata la notizia che l’ultima suora presente nella struttura aveva deciso di lasciare Sorrento per trasferirsi altrove. Tanto è bastato perché si innescassero voci e ipotesi sulla possibile destinazione dei locali del convento. I cittadini – per i quali il Monastero è il cuore di Sorrento, un luogo di fede, cultura e solidarietà, come aveva stabilito la fondatrice Berardina Donnorso – si sono mobilitati e in un migliaio hanno firmato una petizione, inviata al commissario prefettizio del Comune contro l’eventualità che lo storico edificio del ‘600 possa trasformarsi in albergo. "Ovviamente – si legge in una nota del direttivo del Conservatorio – i cittadini che hanno sottoscritto la mozione vanno ringraziati per aver dimostrato affetto e partecipazione alla storia della nostra città. L’ipotesi paventata nella mozione è priva però di qualsiasi fondamento e neppure è stata mai considerata dall’attuale amministrazione del Conservatorio, che svolge l’incarico a titolo gratuito, proprietaria dello stabile". "In questo senso – prosegue il comunicato – occorre rassicurare i tanti che si sono impegnati nella difesa del complesso conventuale che una prospettiva di utilizzo del tipo di quella ipotizzata nella petizione resta del tutto estranea, anche per il futuro". Il complesso è un enorme fabbricato, un quadrilatero chiuso fra le strade S. Francesco, B. Donnorso, S. Maria delle Grazie e piazza S. Antonino: ha all’interno ben tre chiostri e un’area a verde. Un posto da sogno che evidentemente attira da sempre forti interessi visto che dal 1600 a oggi – come riferiscono gli storiografi locali – sono dovuti intervenire due Papi e appartenenti alla dinastia dei Borboni per evitare l’appropriazione del bene da parte di chi vi aveva messo gli occhi addosso. (ANSA).