(ANSA) – FROSINONE, 27 AGO – Il presidente del Consiglio Provinciale di Frosinone, Gianluca Quadrini (Forza Italia), è stato raggiunto questa mattina dal divieto di dimora nelle province di Frosinone e Latina con il contestuale obbligo di presentazione periodica alla Polizia Giudiziaria per dimostrare la sua presenza. Lo ha disposto il Giudice per le Indagini Preliminari di Cassino, Claudio Marcopido. Il magistrato ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari che era stata avanzata dalla Procura della Repubblica ritenendo sufficiente il divieto di presenza nel Lazio Sud per l’indagato. Le ipotesi di reato per le quali Gianluca Quadrini è indagato vanno dal peculato all’utilizzo illecito di fondi pubblici per scopi non istituzionali, impiego fittizio di personale, utilizzo improprio di permessi scolastici. A notificare il provvedimento è stata la Guardia di Finanza che ha condotto le indagini sotto il coordinamento del sostituto procuratore Alfredo Mattei. Ad altre cinque persone invece, con ruoli di contorno, è stato notificato l’Avviso di Conclusione Indagini. I dettagli dell’inchiesta sono stati illustrati dal Procuratore della repubblica di Cassino, Carlo Fucci, nel corso di una conferenza stampa. A Quadrini viene contestato di avere utilizzato per la sua campagna elettorale del 2023 il personale assunto dall’ente Provincia attraverso un’agenzia interinale e che doveva occuparsi invece solo delle necessità di segreteria. Situazione analoga a quella ipotizzata nel periodo tra il 2019 ed il 2020 quando Quadrini era presidente della Comunità Montana di Arce, con 6 persone assunte per un progetto finalizzato allo sviluppo del territorio ma utilizzate – secondo la Procura – per attività politica personale e per la sua campagna elettorale durante l’orario di lavoro pagato dall’ente. A sostegno dell’accusa ci sono registri con i fogli presenza del personale impiegato, firmati con date fittizie ed in maniera irregolare, addirittura alcune collaboratrici non avrebbero mai lavorato. Fatture false poi sarebbero alla base dell’erogazione dei fondi pubblici. A Quadrini viene contestato anche il ricorso ai permessi istituzionali, grazie ai quali si asteneva dal suo lavoro di docente presso l’Itis di Ferentino. Alla Finanza risulta che non sia andato a scuola per tutte le ore di lezione dell’intero anno scolastico 2022-23 in quanto rivestiva le cariche di Consigliere provinciale delegato "al controllo delle Società Partecipate" e capogruppo della Lega, nonché Consigliere comunale di Arpino. Per gli inquirenti, avrebbe omesso di comunicare che il 18 dicembre 2022 era decaduto dalla carica delegata in Provincia in quanto c’erano state le elezioni ed era stato confermato nella carica ma solo il successivo 23 giugno il presidente gli conferiva una nuova delega alla "Polizia provinciale ed alle riforme organizzative". La delega, sostengono gli inquirenti, era il presupposto per poter ottenere i permessi da scuola. Omettendo di comunicarlo, avrebbe indotto in errore l’Istituto ed il Ministero dell’Economia, generando un danno erariale e un illecito utilizzo dei permessi pubblici. (ANSA).