(ANSA) – ROMA, 02 SET – Arriverà giovedì in Consiglio dei ministri il decreto che riforma gli esami di Maturità. A partire dal nome: non si chiameranno più esami di Stato ma esame di Maturità. La riforma – stando a quanto ha detto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara nei mesi scorsi – punta anche a ridefinire la struttura complessiva dell’esame, in particolare del colloquio. La nuova formulazione della prova orale dovrebbe infatti essere pensata per valutare con maggiore attenzione l’autonomia, la consapevolezza e la capacità di argomentazione dello studente. Altro punto centrale, chi si rifiuterà volontariamente di partecipare al colloquio, pur avendo completato le prove scritte – come è avvenuto in alcuni casi durante gli ultimi esami di Stato – dovrà ripetere l’anno scolastico mentre finora era possibile essere promossi, pur non sostenendo gli orali, grazie ai crediti ottenuti e alle prove scritte. Le novità saranno applicate a partire dal prossimo anno scolastico e dunque le nuove regole entreranno in vigore con la Maturità del 2026. (ANSA).