(ANSA) – MILANO, 02 SET – Ha risposto a tutte le domande Nunzio Samuele Calamucci, il tecnico informatico indagato nell’inchiesta milanese sul caso delle presunte cyber-spie di Equalize e sentito oggi come testimone nell’inchiesta della Dda di Firenze sulle stragi di mafia del ’93. L’audizione come persona informata sui fatti, davanti ai pm di Firenze ma anche al collega della Dda milanese Francesco De Tommasi e al pm della Dna Antonello Adituro, titolari delle indagini sui presunti dossieraggi, si è svolta oggi a Milano e il verbale della testimonianza di Calamucci, difeso dall’avvocata Antonella Augimeri, è stato segretato. Come anticipato oggi da ‘il Fatto Quotidiano’, Calamucci è stato ascoltato nell’inchiesta fiorentina a proposito di un’annotazione degli anni Ottanta firmata dall’ex carabiniere Vincenzo De Marzio, anche lui finito indagato nell’inchiesta milanese sui presunti report illegali e spesso citato col soprannome di "agente Tela" e come presunto ex appartenente ai servizi segreti. Annotazione agli atti – dato che De Marzio aveva messo a disposizione del gruppo di Equalize il suo archivio – e nella quale si sarebbe parlato di un incontro nel quartiere milanese Comasina tra Silvio Berlusconi e una persona vicina a Vittorio Mangano e di una presunta consegna di denaro al futuro premier. Già dalle intercettazioni agli atti dell’inchiesta milanese erano venuti a galla discorsi relativi a quella annotazione e Calamucci diceva, parlando con Componovo, altro esperto informatico indagato: "Quella è la vera prova di colpevolezza di Berlusconi di come ha preso i soldi dalla mafia". (ANSA).