Porte chiuse per due settimane: il questore di Como Marco Calì, ha firmato un provvedimento che sospende immediatamente per 15 giorni la licenza di un locale notturno, l’Est Est Est di via Tommaso Grossi.
Una misura che nasce, spiegano dalla questura di Como, “da una serie di fatti e di reati che si sono verificati all’interno e all’esterno del locale pubblico, tutti ampiamente documentati dagli interventi della Polizia di Stato e durante i numerosi controlli eseguiti e dai quali sono emersi una serie di responsabilità riguardo l’incauta gestione dell’attività del locale e l’utilizzo dello stesso, da parte di alcuni avventori, come luogo per assumere sostanze stupefacenti che ne ha derivato la pericolosità per l’ordine e la sicurezza pubblica”.
L’ultimo intervento risale a pochi giorni fa: i poliziotti della mobile hanno scoperto un consumo di droga nel locale. Alcuni soggetti entravano e uscivano dal bagno, dove sarebbe stata servita sul portarotolo del bagno cocaina, poi consumata dalle persone che entravano nella toilette.
Nel dispositivo di sospensione si legge che “l’esercizio pubblico, come testimoniano i numerosi controlli e gli interventi effettuati dalle Forze di Polizia, anche nell’immediata pertinenza esterna del locale, è ritenuto luogo pubblico di aggregazione con la presenza abituale di persone pregiudicate e pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica, che danno luogo a episodi illeciti che riguardano principalmente la detenzione di sostanze stupefacenti. Inoltre, i clienti del locale vengono spesso trovati in stato di alterazione dovuto all’uso smodato di sostanze alcoliche”.
I poliziotti della Questura di Como hanno quindi messo i sigilli all’entrata del locale, notificando al gestore la sospensione della licenza per 15 giorni.
LA REPLICA DEL LOCALE: “CONDANNIAMO LE DROGHE. AMAREGGIATI DAL PROVVEDIMENTO”
Nel pomeriggio è arrivato il commento al provvedimento dei gestori del locale, per voce degli avvocati Simone Gatto e William Maggio. «Condanniamo senza riserve lo spaccio e l’uso di droghe. Da sempre collaboriamo con Questura e Procura segnalando ogni episodio sospetto. Ma è evidente che un titolare di locale non ha né il titolo né i mezzi per introdurre cani antidroga, perquisire i clienti o installare telecamere nei bagni. Nei limiti della legge abbiamo fatto tutto ciò che potevamo: vigilanza, segnalazioni e collaborazione costante con le Autorità. Per questo il provvedimento ci amareggia: non colpisce chi commette il reato, ma un esercizio che è sempre stato un alleato delle Forze dell’Ordine e che continuerà ad esserlo, con trasparenza e fermezza».