Fiori, striscioni, parole scritte sull’asfalto e lacrime a Grandate, in via Mantero, la strada della zona industriale che costeggia l’autostrada dove nella tarda serata di sabato uno scontro tra due moto è costato la vita a Fabio Crescitelli, 17enne di Oltrona San Mamette e a un 20enne di Luisago, Laerte Riccardo Gauli.
I carabinieri della compagnia di Cantù, che hanno effettuato i rilievi sabato notte, stanno lavorando per ricostruire la dinamica dell’incidente. Un violento scontro tra le due moto, probabilmente frontale. Difficile capire esattamente cosa possa essere accaduto in via Mantero in quegli istanti. Non ci sarebbero telecamere e i militari dell’Arma stanno accertando anche se ci siano eventuali testimonianze.
Ad accomunare le vittime certamente c’era la grande passione per le moto. Il 17enne era in sella a una Tm racing 125. Il 20enne era alla guida di una Kawasaky Ninja Zx 600. Alle 23.30 di sabato sera, le due moto si sono scontrate sembra in modo pressoché frontale, anche se non ci sono ancora certezze sulla dinamica del drammatico impatto.
A Grandate, dopo la segnalazione dell’incidente sono intervenute tre ambulanze e tre automediche, oltre ai vigili del fuoco e ai carabinieri. Le condizioni dei due motociclisti sono apparse subito disperate. Dopo i primi soccorsi sulla strada, la corsa all’ospedale Sant’Anna di San Fermo. Purtroppo per il 17enne e il 20enne però non c’è stato nulla da fare. L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Giulia Ometto, che ha già dato il nullaosta alla restituzione delle salme alle famiglie. Le moto sono state invece sequestrate per gli accertamenti.
La notizia della morte dei due ragazzi si è diffusa rapidamente a Oltrona e Luisago. Sgomento e dolore in entrambe le comunità, mentre a Grandate familiari e amici di Fabio e Laerte sono arrivati a portare fiori e striscioni. “Ciao Fabio, per sempre nei nostri cuori”, una delle scritte. Ma anche “riposa in pace” e un cuore sull’asfalto.
Fabio Crescitelli era cresciuto a Como e si era poi trasferito a Oltrona con la famiglia. Dopo la scuola ai Padri Somaschi, lavorava all’officina e carrozzeria Finomotori. Laerte Gauli lavorava in Svizzera e avrebbe frequentato la scuola serale. Ad accomunarli, la grande passione per le moto. “Chi vive la bikelife lo fa per passione, per libertà, per quella sensazione che nessun’altra cosa ti dà – è la riflessione di un amico condivisa decine di volte sui social – Questi accaduti fanno male perché se ne vanno ragazzi d’oro, come Laerte e Fabio senza un motivo. La morte non ha giustizia. Ma il nostro rispetto sì”. “Volate in alto – aggiunge un altro amico – addio Laerte e Fabio”.