(ANSA) – CAGLIARI, 12 SET – Un nuovo tassello e una nuova possibile svolta si aggiungono al caso di Manuela Murgia, la ragazza cagliaritana di 16 anni trovata morta il 5 febbraio 1995 nel canyon della necropoli di Tuvixeddu, nel capoluogo sardo, e subito archiviato come suicidio. Attualmente nel registro degli indagati, con l’ipotesi di omicidio volontario, è stato iscritto il nome dell’allora fidanzato Enrico Astero, oggi 54enne. Dagli accertamenti effettuati dai consulenti nominati dalla difesa dell’indagato e dalla parte civile, per il primo l’ex generale del Ris di Parma Luciano Garofano e per i secondi Emiliano Giardina, sarebbero saltate fuori tracce di Dna maschile sugli indumenti che indossava la ragazza al momento della morte. Si tratta di circa una quarantina di tracce biologiche, molte delle quali rinvenute sugli slip e sul reggiseno. Il Dna maschile è stato estratto e adesso si attende la fine degli accertamenti richiesti dalla Procura alla polizia scientifica e dal gip Giorgio Altieri ai carabinieri del Ris che si stanno occupando delle indagini biologiche, dattiloscopiche e merceologiche sui vestiti della ragazza per poter avviare il confronto del Dna con quelli nella banca dati e con quello dell’unico indagato che non è stato ancora prelevato. "Siamo molto soddisfatti di questa notizia – afferma all’ANSA l’avvocata Giulia Lai, che cura la parte civile – ora attendiamo la conclusione degli accertamenti". I familiari di Manuela Murgia non avevano mai accettato l’iniziale ipotesi di suicidio e per tutti questi anni si sono battuti affinché il caso venisse riaperto. La prima svolta il 30 marzo scorso, proprio quando la Procura ha deciso di avviare nuovi accertamenti. Due mesi dopo la seconda svolta con l’iscrizione nel registro degli indagati dell’allora fidanzato di Manuela. Oggi un nuovo tassello nell’inchiesta. (ANSA).