Tre ore di riunione blindata a Palazzo Cernezzi per discutere del futuro delle scuole di Como. L’incontro è iniziato poco dopo le 17 e si è concluso – con un nulla di fatto – alle 20 inoltrate. Un pomeriggio teso, una discussione a porte chiuse, tra il sindaco e quattro presidenti del consiglio d’istituto, cioè Como Borgovico, Como Nord Ponte Chiasso, Como Lora Lipomo e Como Centro città. Presente anche la vicesindaco, Nicoletta Roperto.
L’incontro di ieri tra scuole e Comune
Per l’occasione, i portavoce degli istituti comprensivi comaschi hanno avanzato le loro richieste, che ora il Comune dovrà valutare. “Abbiamo ribadito che per noi razionalizzare le scuole non è un tabù, quel che conta è il metodo e la qualità delle soluzioni proposte”, sottolinea Simone Molteni, presidente del consiglio d’Istituto Como Borgovico. “Queste riunioni previste per legge – prosegue Molteni – sono inutili perché non vengono coinvolti i tecnici e non si può dunque entrare nei contenuti”.
Molteni, in particolare, contesta i numeri forniti dal Comune di Como. “Com’è possibile che risultino mezze vuote delle scuole in cui da anni ci sono liste d’attesa inevase?”, si chiede. I presidenti dei quattro diversi consigli di istituto sono disponibili a “portare soluzioni entro due mesi”, ricorda Molteni, ma – continua – “ci è stato risposto picche”. “Si vogliono chiudere scuole piene e in crescita – dichiara – mentre si ignorano plessi dove ci sono dei problemi strategici e di lungo termine da affrontare. È un’occasione persa”.
Corridoni, infanzia di via Salita Cappuccini, primaria di Ponte Chiasso e il ridisegno della scuola di via Magenta: il futuro delle scuole di Como
Si parte dall’annunciata chiusura della scuola Corridoni, i cui studenti – secondo le intenzioni del Comune – verrebbero ricollocati alla Foscolo di via Borgovico. Una soluzione che, dichiara ancora Molteni, “non funziona, perché alla Foscolo – a sua detta – non ci sono gli spazi né la mensa per le elementari e andare a Tavernola (cioè nella sede succursale) è infattibile visto il traffico mattutino dell’imbuto di via Borgovico”. Si apre però uno spiraglio: “In Comune ci è stato accennato che il piano potrebbe essere rivisto”, spiega Molteni, che esprime comunque “delusione per il mancato confronto sui contenuti”.
Spazio anche ai laboratori e alle aule accessorie, come gli spazi per alunni con disabilità. “Il Comune prende dei parametri di un decreto ministeriale del 1975, anno in cui gli studenti alle elementari stavano a scuola solo 4 ore, dalle 8 alle 12 (perché andavano anche il sabato). È evidente che in una scuola dove si sta dalle 8 alle 16 (quindi 8 e non 4 ore) servano degli spazi accessori in più. Per noi si può ragionare volentieri sul come rendere “mobili” alcuni laboratori, ma anche qui serve entrare nel merito delle cose e non banalizzare tutto con degli slogan“, commenta ancora Simone Molteni.
“Com’è possibile che in una città ricca come Como l’amministrazione ci stia chiedendo di tornare agli standard delle classi pollaio di cinquant’anni fa con 27 alunni per classe e senza laboratori?”, si domanda. “Una razionalizzazione degli immobili si può e si deve fare – concludono i presidenti dei diversi consigli di istituto – ma in uno stato in cui paghiamo fior di tasse il livello minimo di qualità per l’educazione dei nostri figli è un punto di partenza inamovibile”.
Al centro della discussione anche la scuola primaria di Ponte Chiasso, in via Brogeda, e l’infanzia di Salita Cappuccini. Entrambe, secondo il piano annunciato dal Comune, sono destinate alla chiusura. A farsi portavoce delle richieste, rispettivamente, Mirko Grisoni e Andrea Ballerini. Infine, si è discusso del ridisegno della scuola di via Magenta, di cui si è fatto portavoce Marco Porcellana, presidente del consiglio di istituto Como Centro Città. Particolare attenzione da parte di Porcellana anche per i bambini dell’ex asilo Sant’Elia, che dopo la chiusura sono stati trasferiti in una scuola primaria, “una struttura con spazi non adatti a bambini così piccoli”, spiega il presidente del consiglio di istituto.
Infanzia di Salita Cappuccini, l’appello delle famiglie
Sull’infanzia di via Salita Cappuccini, in zona Como Sole, è intervenuto nelle scorse ore il Comitato genitori Como. “C’è una scuola a Como che non è solo un edificio: è una casa di luce, disegnata a forma di sole, dove ogni mattina i bambini corrono felici, giocano in spazi aperti e sicuri, crescono insieme. Un luogo che custodisce voci, sorrisi, ricordi“, si legge sulla pagina Facebook del Comitato.
“Eppure – proseguono i genitori – ora qualcuno ha deciso di chiuderla. Perché cancellare una realtà che è cuore di un quartiere e punto di incontro per tante famiglie? Non permettiamo che le voci — e le risate — dei più piccoli vengano spente. Facciamo sentire la nostra, insieme”.
