Cento interrogazioni che andranno a scombinare i piani della maggioranza sull’andamento delle prossime sedute del consiglio comunale. All’iniziativa plateale unitaria di tutti i consiglieri di minoranza di Como, il sindaco Alessandro Rapinese risponde e rilancia alzando i toni dello scontro e attaccando chi prova a mettergli i bastoni tra le ruote. Attacco che sfocia nell’affronto.
“Non è assolutamente vero che non abbiamo risposto alle minoranze perché volevamo tenere segrete informazioni – la risposta del primo cittadino alla valanga di interrogazioni – La realtà è che abbiamo a che fare con analfabeti che per il secondo anno di fila non capiscono tre righe semplici del regolamento del consiglio comunale. Mi riferisco all’articolo 57 comma 3, che dice testualmente che durante le richieste di chiarimenti si possono fare domande solo su interpretazioni del testo”.
Fin qui la citazione delle regole. Poi un’ulteriore attacco diretto: “Data la loro pochezza, visto che non riescono a essere utili nel dibattito vogliono solo fare caciara”.
L’iniziativa plateale dell’opposizione però evidentemente ha sollevato qualcosa in più delle solite reazioni, perché il sindaco va un po’ oltre e arriva di fatto a invocare pieni poteri. “Mi auguro alle prossime elezioni di prendere il 100% dei voti in maniera tale da non avere opposizioni di questa natura”. E ancora: “Se pensano di mettere paura a Rapinese con questi mezzucci probabilmente non hanno ancora capito con chi hanno a che fare”. La parola passa all’aula. Alla maggioranza e all’opposizione.