La parrocchia di San Martino a Rebbio, quartiere di Como, ha accolto tra il 2016 e il 2017, circa 950 minori stranieri non accompagnati, mentre tra il 2022 e il 2023 sono stati accolti 330 minori. I numeri dell’accoglienza vengono diffusi attraverso una lettera aperta scritta dal Consiglio di amministrazione dell’organizzazione di volontariato Rebbio Solidale e dal Gruppo Accoglienza della parrocchia di San Martino di Rebbio, che ripercorre l’impegno degli ultimi anni.
“L’accoglienza di minori stranieri non accompagnati è stata realizzata a Rebbio nello spirito di fraternità e nell’ambito della missione educativa che contraddistingue l’attività di ogni parrocchia. – si legge nella lettera – Per i giovani si è cercato di realizzare un’accoglienza non assistenziale ma educativa. È questo lo spirito che ha guidato anche la convenzione sottoscritta nel maggio 2023 dall’organizzazione di volontariato Rebbio Solidale con il Comune di Como per la creazione di una comunità per minori di pronto intervento nei locali adiacenti alla casa parrocchiale. Questa comunità di otto posti ha ospitato 30 minori fino alla scadenza della convenzione il 31 dicembre 2023. Mentre era in essere la convenzione, la parrocchia ha continuato ad ospitare in emergenza 79 minori inviati dal Comune in attesa della loro collocazione in comunità. Il nostro progetto accoglienza prevede un prosieguo per i neomaggiorenni, per cui si organizzano corsi di formazione e azioni di supporto nella ricerca del lavoro. Abbiamo elaborato un progetto per l’accoglienza in strutture esterne alla parrocchia, – proseguono – grazie al sostegno dell’associazione svizzera Main dans la main, di Fondazione Cariplo e della Fondazione Peppino Vismara. Abbiamo più volte sollecitato, inoltre, la riapertura del Centro Puzzle di Tavernola, in grado di ospitare fino a 30 ragazzi e attivo sino al 2016, quando è stato chiuso e mai riaperto dalle varie amministrazioni comunali. Siamo disponibili – concludono – a discutere con la cittadinanza di queste e altre questioni che un tema come l’accoglienza dei minori sollecita inevitabilmente, richiamandoci al senso di responsabilità civile ed educativa”.