Un piano impraticabile sotto più punti di vista, dall’incompatibilità pedagogico-didattica alle criticità logistiche e strutturali. Così sostengono i consigli d’istituto Como Borgovico, Como Nord e Como Lora-Lipomo, che hanno bocciato il piano scuole del Comune di Como.
Piano scuole del Comune di Como, le criticità evidenziate dalle famiglie della Corridoni
L’incontro dello scorso 15 settembre, davanti a sindaco e vicesindaco, si sarebbe concluso in un nulla di fatto. Almeno secondo i presidenti dei consigli d’Istituto Como Borgovico, Como Nord e Como Lora. In particolare, per Simone Molteni, presidente del consiglio d’istituto Como Borgovico, la chiusura della scuola primaria Corridoni rappresenterebbe uno “spreco di risorse pubbliche investite in questi anni”, utilizzate per il rifacimento del tetto, la messa in sicurezza dello stabile e rifacimento dei giardini.
Tra le numerose criticità evidenziate dalle famiglie della Corridoni, Molteni ribadisce che le previsioni stimate da Palazzo Cerezzi sarebbero “totalmente sbagliate”, perché nell’Istituto di via Sinigaglia le iscrizioni negli ultimi anni sarebbero state sempre costanti, talvolta persino in crescita. Per l’anno scolastico in corso, si legge nella delibera dell’istituto comprensivo Como Borgovico, è stato registrato “un incremento a 210 iscritti registrato (non indicato nella relazione trasmessa dal Comune) che ha portato alla formazione di un’ulteriore classe prima e il numero complessivo delle classi da dieci a undici”. Il Comune, inoltre, individuerebbe 140 posti vuoti che in realtà non ci sono. La soluzione proposta dall’amministrazione, con un documento inviato all’istituto lo scorso 16 settembre, sarebbe – dichiarano ancora le famiglie – “del tutto irricevibile: undici classi divise tra Foscolo, Filzi, Tavernola e via Fiume (altro istituto)”. Il consiglio d’istituto, in particolare, “ritiene un plesso suddiviso in quattro succursali sarebbe comprensibile solo come conseguenza del verificarsi di calamità naturali o particolari condizioni di isolamento per la conformità del territorio non per una struttura come la Corridoni”.
I genitori della Corridoni si oppongono al trasferimento “alla scuola media Foscolo” di via Borgovico. “Bambini di 6 anni sarebbero così insieme a ragazzi di 14, per non parlare dei problemi di traffico negli orari di punta”, commenta Molteni. “Il metodo è sbagliato. Chiudere la scuola si può fare, ma serve il dialogo con chi la scuola la vive ogni giorno. Abbiamo chiesto un tavolo di confronto – ricorda Molteni – e ci è stato riposto picche”. La chiusura della Corridoni, commentano i genitori, potrebbe “ledere il diritto all’istruzione dei bambini privando gli stessi della continuità didattica” e non escludono possibili “conseguenze importanti sulla crescita dei bambini, sulla serenità delle famiglie e sulla motivazione e le condizioni lavorative dei docenti e del personale scolastico“.
Infanzia di Salita Cappuccini e primaria di Ponte Chiasso, ecco cosa non torna (secondo i genitori)
Passiamo al consiglio d’istituto Como Lora-Lipomo, che evidenzia l’inadeguatezza delle infrastrutture, la differenza di età, il sovraffollamento e la riduzione degli spazi come principali elementi di criticità del piano scuole pensato da Palazzo Cernezzi. Tra i problemi, la perdita di un presidio territoriale e l’interruzione di servizi essenziali per le famiglie, oltre a evidenziare la necessità di tutela degli alunni con bisogni educativi speciali. Nelle intenzioni del comune, i bambini dell’infanzia di Salita Cappuccini – che il Comune intende chiudere – troverebbero nuovi spazi alla Adolfo Vacchi di via Montelungo.
L’infanzia di via Salita Cappuccini, spiegano le famiglie nella delibera, “accoglie attualmente 62 bambini, con un numero stabile di iscrizioni del tempo“, come già evidenziato da Molteni per la primaria di via Sinigaglia. Tra gli iscritti, aumentano gli “alunni con certificazione e con bisogni educativi speciali”. Per loro, sottolinea il consiglio d’istituto Como Lora Lipomo, “la stabilità, l’accoglienza e la specificità degli ambienti educativi son condizioni imprescindibili per un’inclusione efficace”. Al contrario, aggiungono, “un accorpamento forzato e una conseguente riduzione di spazi e attenzioni dedicate andrebbe a ledere gravemente il loro diritto a un percorso formativo sereno e adeguato“.
Nel “piano di organizzazione della rete delle istituzioni scolastiche”, inviato lo scorso 2 settembre dal Comune alle scuole di Como, non sarebbe presente una “scheda tecnica che motivi la chiusura dell’infanzia di Salita Cappuccini” e “non è stato fornito alcun progetto tecnico che illustri le modalità di accorpamento e la riorganizzazione funzionale degli spazi nel plesso della scuola primaria Adolfo Vacchi”. Così si legge nella delibera firmata dal consiglio d’istituto Como Lora-Lipomo, che – conseguentemente – evidenzia l’impossibilità di una “valutazione completa e ponderata della fattibilità dell’operazione”. “Non è stato possibile – si precisa nel documento – “svolgere una valutazione compiuta delle ragioni per le quali l’iniziativa si ritenga possa determinare più aspetti favorevoli di quanti invece non siano quelli potenzialmente, e oggettivamente, dannosi“. L’ipotesi di accorpamento proposta dal Comune, secondo le famiglie, sarebbe “in contrasto con il diritto di istruzione e il benessere psico-fisico degli studenti”. L’unione dei due plessi inoltre, come ricordato dal consiglio d’istituto, “vanificherebbe recenti investimenti con fondi del Pnrr”, utilizzati per l’acquisto di sussidi didattici innovativi e digitali.
Il consiglio d’istituto Como Lora-Lipomo, come si legge nella conclusione della delibera, boccia il piano scuole pensato dal Comune, in quanto l’operazione “anziché razionalizzare la rete scolastica – sostengono i genitori – comporterebbe un grave depauperamento della qualità dell’offerta formativa, un peggioramento delle condizioni di benessere per alunni e personale e un danno per l’intera comunità territoriale“.
A preoccupare le famiglie dell’istituto Comprensivo Como Nord, infine, è l’annunciata chiusura della primaria di Ponte Chiasso, in via Brogeda. In questo caso i piccoli avranno come nuovo riferimento la Massina di Monte Olimpino. Il prossimo incontro, spiegano i presidenti dei consigli d’istituto, è nel cortile di Palazzo Cernezzi alle 18.45 di mercoledì, nello stesso giorno in cui il consiglio comunale voterà la delibera che vede al centro il futuro delle scuole di Como.





