Mauro Vegni a tutto campo. Ospite dell’associazione CentoCantù, il direttore del Giro d’Italia e delle “classiche” di Rcs Sport a pochi mesi dal suo congedo – tra pochi mesi andrà in pensione – si è raccontato, con i momenti belli e brutti della sua carriera, e ha ovviamente parlato del Giro di Lombardia, che andrà in scena il prossimo 11 ottobre con partenza da Como e arrivo a Bergamo.
A margine della conferenza, lo stesso Vegni ha confermato che, per la frana sulla strada che collega Cantù ad Alzate, la corsa sarà deviata su Brenna e poi verso la zona del Santuario della Beata Vergine di Rogoredo. Rimane solo da valutare un passaggio stretto in una zona toccata dal maltempo a Brenna, che comunque sarà eventualmente segnalato con cura.
“L’alternanza fra Como e Bergamo relativa alle partenze e agli arrivi del Giro di Lombardia ha fatto bene alla corsa – ha spiegato Vegni – Il traguardo a Como è bellissimo, con la salita di Civiglio nel finale è nel mio cuore, ma anche il passaggio da Bergamo Alta è un fiore all’occhiello. Negli anni siamo partiti da Milano o arrivati a Lecco, ma la soluzione Como-Bergamo è senza dubbio la migliore”.
Vegni si è poi soffermato sulla sua carriera. Ha spiegato che, per il modo di stare in bicicletta, il suo corridore preferito è stato Michele Bartoli. Il suo rimpianto, lo stop dell’Unione Ciclistica Internazionale per far partire il Giro d’Italia da New York. C’era già l’accordo con il sindaco Rudolph Giuliani. “Questo sport per diventare ancora più popolare e per attirare sponsor deve guardare all’America” ha aggiunto il direttore. Tra i momenti più belli “La partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme” e “il rapporto di sincera amicizia che si è creato con tanti organizzatori locali”. Il giorno più doloroso, la morte del corridore belga Wouter Weylandt al Giro d’Italia del 2011.
Mauro Vegni lascerà la carica di direttore di Rcs Sport senza rimpianti: “Mi metto da parte volentieri, ora è tutto business, non mi riconosco in questo ciclismo che ha perso i valori a me cari. Ho fatto il mio percorso, ho dato e ricevuto molto, sono felice così. Non mi aggrapperò a nulla per andare avanti in questo ambiente e non chiederò pass da ospite per seguire qualche evento”. Sul 2026 ha comunque annunciato che “il Giro d’Italia tornerà a transitare da passi che hanno fatto la storia del ciclismo” e non ha nascosto un suo rammarico: “Organizzare gare in Italia è sempre più difficile. In Francia il prefetto è la persona di riferimento e decide, qui gli enti con cui confrontarsi e la burocrazia sono praticamente infiniti. Infatti la mia stima va alle piccole società ciclistiche che vanno avanti nel proporre corse, una missione che è diventata quasi impossibile”.
Parole di elogio per Tadej Pogacar, che al Giro di Lombardia 2025 parteciperà per conquistare il suo quinto successo consecutivo. “Dove va, va per vincere, e in questo modo rende omaggio all’organizzazione, allo spettacolo, agli appassionati”. Infine Vegni ha voluto marcare la differenza tra le due “classiche-monumento” di Rcs Sport. “Al Giro di Lombardia può vincere soltanto un grande corridore, con il suo percorso molto duro. Alla Milano-Sanremo contano gli ultimi 20 chilometri e..può imporsi chiunque. Il fascino è differente, ma sono entrambe gare bellissime”.
