“La scuola di via Sinigaglia fa schifo. Se una scuola fa schifo, fa schifo. Se non serve, non serve. Io personalmente vedo benissimo un autosilo a Ponte Chiasso e uno, il più alto possibile, senza arrecare troppo disturbo, in via Sinigaglia, e vedo benissimo gli spostamenti che abbiamo fatto”. Con questa dichiarazione il sindaco ha sintetizzato due dei punti principali del piano di riorganizzazione della rete delle istituzioni scolastiche per l’anno 2026/2027, approvato in una seduta fiume andata in scena ieri sera, fino a notte inoltrata, a Palazzo Cernezzi. Il primo cittadino ha confermato la volontà di chiudere le scuole primarie De Calboli di via Brogeda, a Ponte Chiasso, e Corridoni di via Sinigaglia, per realizzare degli autosili.
Rapinese ha sottolineato più volte la situazione della scuola primaria Nazario Sauro di via Perti, che l’amministrazione voleva chiudere, ma che oggi è aperta per decisione del Tar dopo il ricorso presentato dalle famiglie. “Se oggi entrate in via Perti – ha detto Rapinese – scoprirete che il piano terra non è utilizzato per le aule degli studenti. Ci sono, così come in altre scuole, le aule cucù”.
“Se nessuno si fosse frapposto tra noi e la chiusura della scuola di via Perti – ha detto il sindaco – avremmo risolto il problema. Nel frattempo continuiamo in una scuola che è un cesso tanto quanto l’altra di via Sinigaglia. Questo è quello che pensa il sindaco di Como”.
Sottolineato più volte dal sindaco “l’inverno demografico come dato oggettivo” e “l’utilizzo efficiente del patrimonio scolastico per gestire al meglio i fondi non illimitati”. “I diversi plessi sono raggiungibili a piedi – ha sottolineato Rapinese – Gli alunni avranno gli stessi insegnanti, lo stesso istituto comprensivo. Cambieranno fisicamente solo la sede”.
La discussione è stata molto animata e ha visto più volte dibattiti accesi tra il sindaco e le opposizioni.
La maggioranza si è spaccata sul voto finale, con 16 voti favorevoli, una astensione, quella di Arianna Pellegatta, e un voto contrario, quello di Paola Ceriello. Per la prima volta, dunque, la squadra del sindaco Rapinese non si è presentata compatta su una decisione che riguarda il futuro della città.