Sulle scuole di Como il dibattito è rovente e dopo l’ultima seduta del consiglio comunale ancora di più. Il sindaco Alessandro Rapinese, nel sintetizzare i punti principali del piano di razionalizzazione del Comune ha parlato della primaria “Corridoni” sostenendo che “fa schifo” poi è tornato a parlare anche del plesso di via Perti e ha detto “Se entrate scoprite che al piano terra ci sono così come in altre scuole le aule cucù”. E’ stata l’associazione culturale Nova Como poi in un comunicato diffuso dopo la manifestazione a Palazzo Cernezzi a scrivere: “Rileviamo con estrema gravità le dichiarazioni del sindaco, che, riferendosi alla soppressione di aule frequentate anche da bambini con bisogni speciali, le ha definite “inutili”, “aule del cucù” collocate in “cessi di scuole”.
Una maestra di sostegno, cittadina di Como, a questo riguardo interviene con una lettera aperta. “All’interno di questi ambienti scolastici – scrive Ylenia Erario rivolgendosi al primo cittadino – ci sono anche i luoghi in cui noi docenti di sostegno lavoriamo, fianco a fianco, con i nostri alunni che quotidianamente devono imparare a gestire il gravoso peso della disabilità”. “Non possiamo rinunciare alle nostre ‘stanze del cucù’”, sottolinea spiegando che non si tratta di luoghi frivoli nati dal capriccio degli insegnanti.
Sollecitato sul tema scuole in diretta su Etv, il sindaco ha risposto a chi chiedeva chiarimenti sugli spostamenti che bambini e famiglie dovranno sostenere con la chiusura della Corridoni visto che un’alternativa che viene fornita è il plesso di via Friuli a Tavernola. Il primo cittadino qui ha parlato della volontà di ridurre gli istituti comprensivi della città da 8 a 4. “Non ragiono sulla singola scuola, ma come insieme. Quanti posti ho in convalle? Tanti. Ne chiudo uno, ma gli studenti li posso sparpagliare dappertutto. Sarà più semplice, gestiremo quattro istituti comprensivi più omogenei e grandi e non avremo più le battaglie di potere tra i vari istituti, come sta succedendo ora”. Infine il tema dei numeri. “Quello che sto dicendo da anni è che ho una quantità di posti/bambino in convalle che è enorme e non sono utilizzati e in città ho parecchie scuole mezze vuote, come quella di via Fiume. Come padrone di casa (che deve mantenere gli immobili e le manutenzioni) – conclude – devo ragionare per ottimizzare risorse e spazi”.