In piazza contro la riorganizzazione e l’annunciata chiusura di alcune scuole di Como. La Lega ha organizzato una raccolta firme contro le politiche scolastiche della giunta Rapinese. Un’iniziativa del Carroccio, ma la risposta è stata trasversale. Presenti, infatti, anche le famiglie e i rappresentati degli istituti coinvolti nel piano di razionalizzazione.
Piano di riorganizzazione delle scuole di Como, la raccolta firme della Lega. Sabato prossimo la manifestazione a Ponte Chiasso
Soddisfatta Elena Negretti, nuovo commissario cittadino e capogruppo in consiglio comunale, che ha lanciato la raccolta firme in pieno centro città. Un’occasione, come sottolineato dalla segreteria cittadina della Lega, per “dare voce alle famiglie e a chi vive ogni giorno la scuola, perché le decisioni che riguardano l’istruzione non possono essere prese senza confronto né calate dall’alto come ha fatto questa amministrazione”.
L’obiettivo, quindi, è ascoltare i disagi a cui le famiglie potrebbero andare incontro e ribadire che “la scuola è un bene comune e deve restare al centro dell’attenzione dell’amministrazione, non essere trattata come un problema da risolvere con decisioni assurde”.
Il prossimo appuntamento è per sabato 25 ottobre, quando – alle 10.30 – è stata organizzata una manifestazione davanti alla scuola De Calboli di Ponte Chiasso, per dire “no” all’annunciata chiusura. Parteciperanno forze politiche, associazioni e famiglie, per dare vita a una protesta bipartisan, per difendere un plesso che – a detta di organizzatori e genitori – è essenziale per il quartiere, dal punto di vista educativo e sociale.
L’approvazione in consiglio provinciale, Valsecchi (Pd) fa chiarezza
Intanto è stato approvato in consiglio provinciale il piano di riorganizzazione delle scuole voluto dal sindaco di Como. Nonostante i dubbi espressi sia dal centrodestra sia dal centrosinistra, il programma ha avuto parere favorevole e quindi potrebbe farsi sempre più concreto.
Eppure, come spiegato dal segretario cittadino del Partito Democratico, Daniele Valsecchi, “il consiglio provinciale non può intervenire nel dettaglio delle decisioni prese dai Comuni, i quali sono esclusivamente competenti in materia di riorganizzazione scolastica delle scuole primarie e secondarie di primo grado (elementari e medie). Può solo, fondamentalmente, prenderne atto”. Tuttavia, precisa ancora Valsecchi, “la dichiarazione di voto del centrosinistra – che ha evidenziato criticità sull’utilizzo degli spazi, sul metodo usato e sugli interventi di adeguamento – esplicita ancora di più la negatività delle scelte del Comune di Como. Ma di più non si poteva fare: il consiglio provinciale in questo ambito non è il superiore del consiglio comunale. Non era possibile votare contro a tutto il piano, avrebbe bloccato la situazione scuole di tutta la provincia di Como”. “La lotta contro le decisioni sbagliate dell’amministrazione Rapinese continua”, assicura Valsecchi.