Il Como vince contro la Juvents e mister Cesc Fabregas, oltre a elogiare la squadra, si toglie un sassolino con il collega bianconero Igor Tudor. “Lui mi ha chiamato allenatore del Como, io lo chiamo mister Tudor”. Frase a cui un piccato Tudor non ha voluto rispondere “Fabregas può dire ciò che vuole”, le sue parole.
A parte questo botta e risposta, e al di là delle parole, ciò che più conta è l’importante passo della squadra lariana. “La mia è grande soddisfazione non soltanto per il risultato – ha detto Fabregas – ma per l’idea di gioco che abbiamo messo in campo, la mentalità, il coraggio. Avevamo un problema di assenza di esterni e serviva capacità di adattamento, ma noi non cerchiamo alibi: chi gioca, anche se scende in campo la Primavera, deve avere una precisa identità. Questa è la nostra filosofia”.
“Abbiamo difeso bene – ha aggiunto il tecnico – aggredendo quando bisogna aggredire e aspettando quando poteva essere la soluzione migliore. Questi sono passi importanti: lo scorso anno ci facevano tutti i complimenti, ma perdevamo. Invece ciò che conta è vincere le partite. E’ stata una vittoria storica, una gara in cui abbiamo messo forza e orgoglio”
Fabregas ha insistito sulla mentalità: “Coraggio e personalità non possono mai mancare, il crederci fino alla fine. E’ stato bello vincere tutti uniti dopo quattro partite senza il supporto dei tifosi, per lo stop alle trasferte e per la scelta di aiutare il territorio nei giorni difficili dell’alluvione”.
Infine un commento sul ritorno in panchina di Diao: “E’ stata una forzatura, Da martedì riprenderà ad allenarsi e lo reinseriremo piano piano”.