Il pullman dei tifosi del Como, fermo in un’area di servizio, accerchiato dai tifosi dell’Atalanta, che hanno assalito con spranghe, bottiglie e fumogeni i supporter lariani. Un’immagine che risale al 30 agosto scorso e ricorda quella drammatica di ieri sera, quando il bus dei sostenitori del Pistoia Basket è stato colpito da una sassaiola dopo la partita di Rieti. Un assalto che è finito nel modo più tragico, con la morte dell’autista Raffaele Marianella, colpito da una pietra.
Scontri tra tifoserie estremi e deplorevoli ma purtroppo tutt’altro che rari. L’ultimo che ha coinvolto i tifosi del Como è avvenuto nell’area di servizio Somaglia Est, in provincia di Lodi, dopo la trasferta a Bologna. I bergamaschi, che rientravano da Parma, hanno attaccato i rivali sull’A1, invadendo anche la carreggiata e bloccando il traffico. Le conseguenze potevano essere ben peggiori, come dimostra il dramma di ieri sulla superstrada Rieti-Terni.
Dopo l’episodio del 30 agosto scorso, sia ai tifosi del Como che a quelli dell’Atalanta è stato vietato di assistere a tre partite in trasferta. E’ dei giorni scorsi invece l’intervento del questore di Lodi Pio Russo, che ha firmato Daspo fino a 5 anni per 16 ultras bergamaschi. Dalle indagini è emerso che circa 200 tifosi della Dea avrebbero assalito con spranghe, bottiglie di vetro e fumogeni, una settantina di tifosi comaschi che stavano scendendo dagli autobus.
Tra gli episodi recenti con conseguenze gravi torna alla mente anche quello di due anni fa in Francia che ha coinvolto l’ex calciatore italiano Fabio Grosso, allora allenatore del Lione, ferito al volto quando il bus della squadra, diretto allo stadio di Marsiglia, è stato preso di mira da una sassaiola.