Un mese dopo l’alluvione, Cantù fa la conta dei danni e prova a rialzarsi. La città, con la frazione di Vighizzolo a fare da capofila, messa in ginocchio dalla violenta ondata di maltempo dello scorso settembre. Danni per almeno 3 milioni di euro per i privati, con 955 richieste di rimborso pervenute in Comune. A cui si aggiunge un milione di euro di danni per gli spazi pubblici. Di questi, in particolare, mezzo milione per i lavori di somma urgenza (già realizzati), tra cui, per esempio, la tempestiva sostituzione della caldaia nella scuola di Vighizzolo, rimasta chiusa per un’intera settimana. Si contano, infine, altri 600mila euro per gli interventi legati al rischio residuo, da realizzare in collaborazione con altri enti coinvolti, dalla protezione civile a Como Acqua.
Cantù, danni complessivi per almeno 4 milioni di euro. Le parole del sindaco
Un quadro, questo, disegnato dal sindaco di Cantù, Alice Galbiati, che ribadisce l’impegno del Comune accanto ai cittadini, feriti – ma non abbattuti – dopo il terribile maltempo di un mese fa. “I nostri uffici sono continuamente al lavoro – spiega il primo cittadino – tutto quello che doveva essere fatto nell’immediato è stato fatto. Adesso – precisa Galbiati – siamo in attesa dello stato di calamità”. Il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale, infatti, potrebbe finalmente velocizzare gli interventi sul territorio, abbattendo la burocrazia di un sistema che troppo spesso procede a rilento e non riesce a stare al passo con un territorio che si sta mostrando sempre più fragile.

A Cantù, inoltre, resta osservata speciale via Albinoni, dove è necessario intervenire in tempi brevi, in quanto – nella zona – ci sono state delle frane. Per questo, il Comune ha già sollecitato Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po. E giusto ieri, in occasione della seduta straordinaria in consiglio regionale, è stato ribadito il perimetro delle competenze in materia dei diversi enti pubblici, quali Stato, Regione, Enti locali e – appunto – l’Agenzia per il fiume Po.
E così, a un mese dall’alluvione, gli imprenditori locali rialzano le serrande, anche se per molti non è stato facile. Acqua e fango hanno distrutto attrezzature e sacrifici di una vita, ma Cantù si rimbocca le maniche e ricomincia. 111 interventi della protezione civile, oltre 600 chiamate per un totale di 600 ore di servizio in sei giorni. Un evento meteorologico eccezionale, con oltre 210 millimetri di pioggia caduti in dieci ore, che ha causato allagamenti, esondazioni e danni ingenti a edifici pubblici e privati.

Lo stesso è successo nel capoluogo lariano, che conta complessivamente oltre 16 milioni e mezzo di danni. E così nel vicino Comune di Blevio, che conta danni per 3 milioni di euro soltanto per il pronto intervento e ha già ricevuto da Regione Lombardia 2 milioni.