(ANSA) – ASCOLI PICENO, 23 OTT – Uccise la moglie con una violenza tale da causarle fratture multiple al naso, a sette costole e all’ulna sinistra. Poi tentò il suicidio, ma venne arrestato dai carabinieri mentre era in casa. Il gup del tribunale di Ascoli Piceno, Angela Miccoli, ha rinviato a giudizio Massimo Malavolta, l’uomo accusato del femminicidio della moglie, Emanuela Massicci, avvenuto a Ripaberarda di Castignano (Ascoli Piceno) il 19 dicembre del 2024. Il processo inizierà l’8 gennaio 2026 davanti alla Corte d’Assise di Macerata: ammessa la costituzione di parte civile dei genitori e dei due figli della vittima. La Procura ascolana contesta a Malavolta, non presente in tribunale, l’omicidio pluriaggravato come conseguenza voluta dei delitti di maltrattamenti, lesioni e tortura. Aggravato in quanto commesso ai danni della propria moglie, nell’ambito del delitto di maltrattamenti, perpetrato con crudeltà, per futili motivi e profittando di una situazione di minorata difesa della moglie che sarebbe stata torturata anche nei dieci giorni precedenti alla notte in cui è stata uccisa. Circostanza di cui il marito dovrà rispondere. All’uomo sono contestati anche i maltrattamenti che avrebbe commesso a partire dall’inizio del 2024, aggravati in quanto avvenuti anche in presenza dei figli minori. Imputate anche per questo reato le aggravanti dei futili motivi, della crudeltà e, nell’ultimo periodo, anche profittando di una situazione di minorata difesa della moglie, resa ormai del tutto incapace di difendersi o chiedere aiuto, tenuta segregata in casa, incapace anche di parlare e muoversi autonomamente. Malavolta deve rispondere inoltre di lesioni plurime (anche fratture) procurate alla vittima con strumenti da punta e da taglio in varie parti del corpo: volto, testa, collo, braccia, addome, gambe e parti intime. (ANSA).