(ANSA) – ROMA, 30 OTT – D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza ha scelto di avvicinarsi al 25 novembre con "Tutto nella norma" una campagna "di denuncia delle politiche governative che minacciano la libertà e l’autodeterminazione delle donne; dell’attacco culturale a cui assistiamo quotidianamente; del tentativo di neutralizzazione dei Centri antiviolenza, che invece riaffermano la loro identità e funzione politica". Il pensiero da cui emerge l’esigenza di questa campagna è semplice, spiegano le promotrici, "la violenza non è solo un atto individuale, ma è resa possibile da scelte politiche e culturali che Limitano la libertà delle donne. Quando le istituzioni mettono in discussione diritti fondamentali, quando la prevenzione viene ignorata, quando la libertà femminile è attaccata, la violenza trova terreno fertile.La vera responsabilità allora non riguarda solo i singoli uomini violenti, ma anche chi governa, chi decide, chi tace". "Non pensavamo, nel 2025, di trovarci ancora a difendere quanto, con tanta fatica, è stato acquisito in anni di lotta per i diritti delle donne – afferma Cristina Carelli, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza – Noi attiviste dei Centri antiviolenza abbiamo una posizione, purtroppo, privilegiata. Ogni giorno ci confrontiamo con istituzioni che ancora faticano a riconoscere la violenza come fenomeno strutturale e non come un’emergenza che si può risolvere con soluzioni securitarie. I Centri antiviolenza sanno che cosa andrebbe fatto, grazie a un’esperienza che, da oltre 40 anni, accompagna le donne fuori dalla violenza. Questa campagna di denuncia- conclude la presidente – vuole ricordare a tutte e tutti che cosa sta succedendo realmente, oltre alle parole di circostanza che sentiamo quando accade un femminicidio". (ANSA).






