Addio ai dehors fissi fuori dai locali di Como durante i mesi estivi. Le verande esterne, in molti casi fisse tutto l’anno sul suolo pubblico, dovranno essere smontabili e rimosse dopo sei mesi, in linea con la legge nazionale. La giunta cambia il regolamento edilizio e così, da aprile a settembre, le coperture dovranno essere rimosse. Nei mesi invernali, invece, potranno essere riposizionate.
Rivoluzione dehors a Como, l’intervento del sindaco Rapinese
“Non è un atto politico, stiamo mettendo a posto un regolamento che non rispetta la legge e che il Comune avrebbe dovuto rifare addirittura dal 2001”. Con queste parole lunedì, in consiglio comunale, il sindaco di Como Alessandro Rapinese ha annunciato l’ennesima rivoluzione voluta dall’amministrazione. Dopo l’approvazione della delibera, però, la questione diventa anche politica.
Ricapitolando, le strutture permanenti dovranno diventare provvisorie e potranno essere montate soltanto da ottobre a marzo. Dovranno essere tolte, invece, negli altri sei mesi, ma potranno essere sostituite ombrelloni e tavolini (su richiesta). Vietate, quindi, le coperture fisse. Lo spiega il primo cittadino a Etg+ Sindaco.
“Si lasciavano occupazioni fisse sul suolo pubblico tutto l’anno, violando così la legge vigente”, spiega ancora il primo cittadino. Dopo l’approvazione in consiglio comunale, “chi tiene le strutture fisse fuori dalla propria attività – conclude Rapinese – è fuori legge anche per la normativa locale e non solo per quella nazionale”.
La replica di Fratelli d’Italia
A stretto giro è arrivata la replica di Stefano Molinari e Alessandro Nardone, rispettivamente presidente provinciale e coordinatore cittadino Fratelli d’Italia. Da parte del sindaco, dichiarano in una nota, “insulti e offese personali, segno evidente di un nervosismo ormai incontrollabile e di una totale mancanza di argomenti”.
E ancora: “Definire “prostituzione intellettuale” la posizione di chi difende i commercianti comaschi è un linguaggio indegno di un rappresentante delle istituzioni”. “Il punto non è la legalità dei dehors – che nessuno pone in discussione – bensì le modalità con le quali il sindaco applica la normativa che li riguarda”, commentano Nardone e Molinari. “Quella del sindaco e della sua amministrazione è una scelta politica e – concludono – si tratta di un atto punitivo verso i commercianti, travestito da crociata moralizzatrice”.





