Chiusura delle scuole di Como, le polemiche non accennano a placarsi e lo scontro torna in consiglio comunale con un acceso botta e risposta tra il consigliere comunale del Partito Democratico Stefano Fanetti e il sindaco Alessandro Rapinese, che difende le scelte dalla sua amministrazione e accusa di “poco coraggio” le opposizioni. Al centro del dibattito, anche questa volta, la chiusura della primaria Corridoni di via Sinigaglia per dare spazio a un autosilo (se arriverà l’offerta).
Chiusura della primaria Corridoni, le parole del consigliere dem Stefano Fanetti
“Riconosco al sindaco una grande abilità: è sempre capace ribaltare la realtà. Questo è un talento”. Comincia così il discorso di Fanetti, che nel suo intervento preliminare ribadisce la necessità di “tenere viva” la scuola. “Quella che appare come una scelta discutibile – prosegue il consigliere dem – diventa all’improvviso un atto di coraggio, persino di “rigenerazione sociale”. Così, anche chiudere una scuola può essere raccontato come un modo per salvare un edificio dal degrado. Geniale, se non fosse tragico”, aggiunge Fanetti. “Perché diciamolo – continua l’esponente del Pd – il primo modo per evitare che una scuola diventi un luogo di abbandono e degrado sarebbe, forse, non chiuderla. Tenerla viva, piena di studenti, insegnanti, relazioni e futuro”.
Insomma, per Fanetti il discorso del sindaco sul futuro della Corridoni sarebbe “fuorviante”, perché la scuola non viene chiusa in quanto “vuota, inutile o pericolante”, ma appositamente nella speranza di costruire un autosilo, almeno nelle intenzioni. Nuovi posti auto a pochi passi dallo stadio. “Paragonare una scuola a un autosilo fa rabbrividire – ribadisce Fanetti – Il degrado inizia nel momento in cui si decide che un parcheggio vale più di una scuola”.
La replica di Rapinese: “Abbiate il coraggio di dire quali scuole chiudereste”. Risponde Lissi (Pd)
Immediata la replica del primo cittadino, che resta fermo sulla sua posizione. “Non so ribaltare la realtà. La chiusura della scuola per creare un autosilo non è un atto scellerato”, dichiara Rapinese. Poi la stoccata a Fanetti: “La aiuto a comprendere: i posti in offerta per gli studenti sono sensibilmente superiori rispetto quelli che servono. E noi siamo la prima amministrazione che mette a posto le scuole. Tutti i partiti dicono che è giusto razionalizzare, perché sapete bene che l’inverno demografico c’è e le nostre scuole sono messe veramente male, ma poi nessuno ha il coraggio di dire quali scuole chiudere”, incalza Rapinese.
A riportare l’attenzione sull’asilo di via Varesina, con trasferimento all’ex nido di Camerlata, è il consigliere dem Patrizia Lissi. “Da quasi tre anni è tutto fermo. L’edificio è ammalorato, con continue infiltrazioni, e i bambini sono costretti a usufruire di spazi ridotti”.

Tari e mura cittadine
E non è tutto: nel consiglio comunale di ieri, con 19 voti a favore, 7 contrari e un astenuto, è stato approvato il nuovo regolamento per l’applicazione della tassa sui rifiuti, che sarà in vigore dal primo gennaio 2026.

Spazio, nel lungo dibattito di ieri sera, anche alle mura medievali e alle torri cittadine. Dall’amministrazione non vengono date ulteriori precisazioni in merito ai tempi di fine lavori e ai costi stimati, ma – dopo gli interventi di messa in sicurezza – dichiara il sindaco: “Si pensa a una fruizione da parte di cittadini e turisti”. Resta da capire quando e come.
È stata questa la risposta del primo cittadino di Como all’interrogazione del consigliere comunale Stefano Legnani, esponente del Pd. “Quando sono previsti i lavori di messa in sicurezza delle torri, quali sono i tempi e i costi stimati?”, chiede Legnani. E ancora: “Premesso che ogni struttura medievale è diversa dall’altra ed è diversa anche l’accessibilità, ci sono città che riescono a sfruttarle meglio, con la possibilità di renderle fruibili per cittadini e turisti. Ci potrebbe essere questa possibilità anche a Como? Se sì, in che modo?”, prosegue il consigliere comunale. “Sarebbe interessante capire – aggiunge – se c’è qualche idea a riguardo. Per esempio, salire sulle torri e renderle fruibili”. “Recentemente – ricorda Legnani – sono state illuminate, ed è sicuramente positivo”. Ma resta da capire quale sarà il futuro di torri e mura medievali dopo le operazioni di messa in sicurezza.
“Intendiamo fare esattamente quanto scritto nel Dup (il documento unico di programmazione). Per quanto riguarda cosa avverrà alla fine, sicuramente una fruizione da parte di cittadini e turisti”, è stata la risposta del sindaco Rapinese.






