“Babbazzo, per il Caddy che abbiamo trattato puoi fatturarmelo così, mezzo concordato 18mila euro più Iva, barella fermo 4.716 euro, bonus per sconto futuro 3mila euro più Iva, poi ti dirò dove mi farai lo sconto futuro. Ps, ovviamente in fattura non indicare il bonus sconto e non parliamone con nessuno”.
Questa mail inviata dall’ex presidente della Croce Rossa Matteo Fois a un concessionario di auto rappresenta in modo eloquente quello che, secondo gli accertamenti della guardia di finanza, era il modus operandi dell’ex responsabile dell’ente. Le fiamme gialle hanno raccolto elementi che dimostrerebbero appunto la compravendita di auto ai danni della Cri ma anche rimborsi illeciti e altre spese, al punto che la Corte dei Conti aveva contestato a Fois e a un ex dirigente un danno erariale di oltre 260mila euro dal 2014 al 2020.
Il processo in tribunale a Como per Matteo Fois, accusato di peculato perché avrebbe sottratto indebitamente risorse all’associazione per 100mila euro circa, è a rischio. Nell’ultima udienza, nelle scorse settimane, in sintesi l’accusa ha chiesto di derubricare l’accusa di peculato in appropriazione indebita, indicando la Croce Rossa non come un ente pubblico ma come un’associazione di diritto privato. Una questione molto tecnica, che può cambiare però la sostanza del procedimento perché di fatto cancellerebbe i reati più gravi e per molte delle contestazioni scatterebbe la prescrizione.
Alle richieste dell’accusa si è opposto Edoardo Pacia, il legale che rappresenta la parte Civile, ovvero la stessa Croce Rossa, che ha sottolineato come la Cri, per quanto ente privato, svolga indubbiamente un servizio pubblico. “E’ una tematica giuridica complessa, ma quella umana lo è di più – ha detto in aula -. Siamo giuristi e si discute e decide sul diritto, ma qui i due temi si intrecciano. La Cri, come altri enti del terzo settore, sostituisce il servizio pubblico laddove questo non arriva a soddisfare richieste e bisogni primari. Vogliamo dire alle persone che hanno bisogno che non è un servizio pubblico?”. “E’ la prima volta in 36 anni che mi capita di vedere l’autosmantellamento della procura di una propria indagine per annientare un processo”, ha aggiunto Pacia.
La prossima udienza è fissata per giovedì 6 novembre, quando sarà sciolta la riserva sulle richieste dell’accusa. E sul destino giudiziario di Matteo Fois, come sul futuro della Cri di Como.





