Cancellate di fatto alcune delle contestazioni, resta l’accusa di peculato per l’ex presidente della Croce Rossa di Como Matteo Fois, almeno per una parte delle somme che avrebbe intascato indebitamente ai danni dell’ente del quale era alla guida.
L’udienza di oggi è stata una sorta di spartiacque. Come richiesto dal pubblico ministero, per alcuni dei capi di imputazione il reato è stato derubricato da peculato in appropriazione indebita. Per queste accuse il procedimento si chiude perché non era stata presentata una denuncia dalla parte lesa, ovvero la stessa Croce Rossa di Como e, in base alle norme attuali, non è possibile procedere senza una querela di parte. E’ stata dunque emessa una sentenza di non luogo a procedere.
Resta l’accusa di peculato per alcuni dei presunti rimborsi illeciti, in particolare per la somma di 36mila euro ottenuta da Areu, l’Agenzia Regionale dell’Emergenza e Urgenza. Denaro che l’ex presidente avrebbe incassato illecitamente, secondo quanto emerso dalle indagini, e del quale dovrà rispondere. Restano le accuse anche per 19mila euro che Matteo Fois avrebbe ottenuto indebitamente dalla compravendita di auto della Croce Rossa.
“La sentenza di non doversi procedere per i reati derubricati non è una sorpresa, essendo quasi un atto dovuto da parte del Tribunale – commenta il legale della Croce Rossa, Edoardo Pacia – E’ la derubricazione da peculato in appropriazione indebita che non ci vede per niente d’accordo. La scelta della contestazione da muovere comunque spetta al pubblico ministero ed è doveroso accettare”.
“Spiace perché diventa una sentenza puramente tecnica che non permette di sottoporre a verifica le responsabilità o meno dell’imputato su fatti che, per come erano stati oggetto di rinvio a giudizio, risultavano indubbiamente di notevole gravità giuridica, ma anche umana, visto che il soggetto danneggiato è la Croce Rossa e, indirettamente, tutte le persone che possono contare su meno servizi – aggiunge Pacia – Resta l’amarezza umana. Ci confronteremo con Croce Rossa su eventuali impugnazioni, anche se l’ente ha già subito un grande depauperamento da questi fatti e intende orientare le sue energie verso le sue benemerite funzioni anziché in cause. Ci concentreremo sui capi di imputazione rimasti, che non sono di poca importanza”.
“Riteniamo che il dibattimento porterà a un proscioglimento anche sui residui capi di imputazione – commenta Paolo Grasso, avvocato difensore di Fois – Sul primo dovrebbe valere il ragionamento giuridico che ha portato alla derubricazione, sul tema della compravendita dei mezzi riteniamo non sussistenti i reati presupposti”
Il processo continua con altre tre udienze già fissate per il 18 dicembre e poi ad aprile del prossimo anno.





