(ANSA) – CAGLIARI, 06 NOV – L’educazione sessuale diventa educazione sessuoaffettiva. E arriva a Cagliari nei banchi di scuola attraverso un podcast realizzato dagli studenti dell’Istituto De Sanctis-Deledda. Titolo: "Affettivamente". C’è chi la invoca come strumento indispensabile per contrastare stereotipi e violenza di genere. E chi la teme come un’ingerenza nella sfera familiare o morale. Ma qui si prova a fare chiarezza, con linguaggio semplice e rigore educativo, su cosa significhi davvero educare all’affettività oggi. Il podcast fa parte di un laboratorio pomeridiano di podcasting condotto dalla professoressa Franca Rita Porcu con il giornalista Simone Cavagnino e il coinvolgimento della docente tutor Eleonora Piano. Tre episodi, tre incontri con tre professioniste – Ester Cois, Angela Quaquero e Efisia Pisanu – per riflettere in modo consapevole e rispettoso sui temi del genere, delle emozioni e della sessualità. Il podcast è disponibile su YouTube, nel canale della scuola IIS De Sanctis Deledda: https://www.youtube.com/@IISDeSanctisDeleddaCagliari. Affettivamente nasce come spazio di confronto tra studenti e professioniste: un’esperienza di educazione affettiva e sessuale che intreccia la dimensione emotiva e quella cognitiva, il pensiero critico e la sensibilità personale. Il podcast si sviluppa in tre episodi: nel primo, Ester Cois, sociologa e delegata del rettore dell’Università di Cagliari per l’Uguaglianza di genere, riflette sul significato di parlare oggi di genere e discriminazione. Nel secondo, Angela Quaquero, psicoterapeuta ed ex presidente dell’Ordine degli Psicologi della Sardegna, affronta il tema delle emozioni e delle relazioni. Nel terzo, Efisia Pisanu, docente di ars amatoria, esplora la sessualità in chiave olistica e rispettosa delle differenze. Le voci dei ragazzi – Lorenzo Atzei, Agnese Pitzeri, Manuel Mascia, Fabio Foddis, Lia Moi, Riccardo Spina, Stefano Pilia, Lorenzo Casti (Istituto tecnico tecnologico), Martina Vacca (Liceo delle Scienze Umane), Giovanni Rundeddu e Alessia Serra (Liceo linguistico) – diventano quindi strumento di conoscenza e responsabilità: "parole che si fanno gesto civile, antidoto al silenzio e alla paura", spiegano i promotori dell’iniziativa. (ANSA).






