Dal 2022 al 2025 un imprenditore del settore del gioco online avrebbe sottratto oltre 12 milioni di euro all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il meccanismo utilizzato era quello di clonare le schede contenute all’interno delle macchinette, che intercettavano le giocate e impedivano la registrazione sulla rete nazionale di una parte delle stesse. Il meccanismo veniva azionato tramite un telecomando che trasferiva la registrazione alternativamente sulla scheda legale o clonata. E’ la ricostruzione fatta da personale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli che, insieme ai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, stamani hanno sequestrato beni per 12 milioni al legale rappresentante di una società con sede a Luzzi (Cosenza), operante nel settore della gestione degli apparecchi di giochi telematici da intrattenimento e divertimento con vincite in denaro. L’uomo è indagato per peculato. "Si sottraevano ingenti somme – ha spiegato il procuratore di Cosenza Vincenzo Capomolla – che costituivano anche il prelievo unico nazionale che il gestore degli apparecchi è tenuto a versare e che detiene solo momentaneamente per conto dell’erario, ma che dovrebbe versare. Tutto questo non era possibile in ragione del fatto che veniva creata accanto alla scheda ufficiale anche una scheda clonata che ovviamente non era collegata con la rete nazionale. La filiera dei soggetti che operano in questa attività dovrebbe garantire il controllo anche a tutela dei consumatori, dei soggetti che si avvicinano a questi giochi in condizioni di fragilità e di debolezza". L’operazione scaturisce da un’analisi dei flussi di gioco da parte degli uffici dei Monopoli. "L’analisi – ha detto Luca Turchi, dirigente Adm dell’Ufficio Controlli Giochi – è l’elemento da cui scaturisce l’eventuale approfondimento e laddove l’analisi comporti dei dubbi sull’effettiva liceità di tutto l’apparecchio e delle schede contenute, avviamo delle verifiche mirate per constatare che le giocate vengano correttamente contabilizzate nei sistemi". Un primo sequestro di 144 apparecchi elettronici e 81mila euro è avvenuto a maggio scorso, sul territorio della provincia di Cosenza, ad opera di oltre duecento tra carabinieri e personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. "L’attività di contrasto e controllo – ha aggiunto il colonnello Andrea Mommo, comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza – che abbiamo condotto a maggio ha visto la stretta collaborazione tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e l’Arma dei carabinieri, circa 170 operatori dell’Agenzia e circa un centinaio della dell’Arma dei carabinieri". (ANSA).






