Un pedaggio che potrà variare tra i 4 e i 6 euro al giorno tra andata e ritorno, non si sa ancora a partire da quando. Il quadro non è ancora chiaro, i contorni non sono ancora ben definiti, la cosa certa è che l’introduzione del pedaggio sulla Milano-Meda rappresenta una vera e propria beffa ai danni dei cittadini. Il tratto dell’arteria tra Lentate sul Seveso e Cesano Maderno entrerà a far parte della tratta B2 della Pedemontana, diventando così a pagamento. Migliaia di firme sono state raccolte negli ultimi mesi per dire no al balzello che metterebbe in difficoltà migliaia di automobilisti, anche comaschi, che la utilizzano per recarsi al lavoro a Milano. Si parlerebbe di circa 100 euro al mese per chi la percorre quotidianamente.
Nelle scorse ore 14 sindaci della Bassa Comasca e della provincia di Monza e Brianza hanno sottoscritto un documento unitario inviato al presidente del consiglio regionale Federico Romani, all’assessore regionale Alessandro Fermi e ai consiglieri regionali del territorio, per chiedere un confronto sul tema nella Commissione V “Territorio e Infrastrutture”. Un’azione politica trasversale, che fa seguito all’ordine del giorno approvato nei consigli comunali dei 14 comuni coinvolti. I sindaci si battono per chiedere la gratuità o, nel caso questo non fosse possibile, che venga almeno applicata una scontistica per chi utilizza la Milano-Meda quotidianamente.
Mentre il territorio in modo compatto si oppone al pedaggio, lo scorso febbraio era stata proprio l’assessore regionale alle Infrastrutture, Claudia Maria Terzi, a mettere un punto fermo e a confermare che il pagamento è previsto dalla concessione originaria e la gratuità è esclusa. Le speranze per un passo indietro completo, quindi, sono flebili, ma la battaglia continua.





