Sei detenuti sono stati trasferiti in altri penitenziari dopo la guerriglia di ieri nel carcere del Bassone. Sono stati dimessi i due agenti della polizia penitenziaria feriti negli scontri. Uno, preso in ostaggio e picchiato, ha riportato una frattura del setto nasale e ha una prognosi di 30 giorni. L’altro guarirà in sette giorni. E’ ricoverato in ospedale in condizioni serie ma stabili il detenuto di 24 anni rimasto schiacciato dalle sbarre nelle fasi più concitare della rivolta. “E’ una polveriera e sappiamo che la situazione è particolarmente critica – ha detto il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni – Sto seguendo la situazione in contatto con il ministero e ho chiesto un’attenzione particolare”.
Numerose le prese di posizione dopo la rivolta in carcere. I sindacati della polizia penitenziaria denunciano da tempo una situazione insostenibile. “Sovraffollamento ed evidenti limiti strutturali rendono ancora più complicato garantire qui più che altrove sicurezza ai lavoratori – dice Paolo Emilio Russo, parlamentare di Forza Italia – ma anche il giusto equilibrio tra certezza della pena per chi ha sbagliato e il rispetto dei diritti umani per chi paga i propri errori”. “I fatti avvenuti al Bassone sono di estrema gravità e impongono una riflessione seria e urgente – dichiara la capogruppo del Partito Democratico alla Camera, Chiara Braga – Da tempo il carcere soffre di un sovraffollamento cronico e di una carenza strutturale di organico. Occorre che il Governo imposti soluzioni strutturali e durature per affrontare queste criticità”.
“La politica può e deve fare la differenza in un settore tanto delicato – aggiunge Sergio Gaddi, consigliere regionale di Forza Italia, componente della commissione carceri – garantendo il massimo rispetto del lavoro delle forze dell’ordine cui va la nostra piena solidarietà e il più alto livello di qualità della vita a cui i detenuti hanno diritto”.





