Addio ai ciliegi (anche) in via XX Settembre, a Como, questa mattina il sit in per chiedere al Comune di salvare i filari. Entra nel vivo la rivolta dei cittadini contro la decisione dell’amministrazione comunale, motivata però dal parere degli agronomi che hanno individuato diverse piante ammalorate.
Como, in via XX Settembre il sit in per dire “no” all’abbattimento dei ciliegi
Dopo i politici, è il turno dei comaschi. Tra i residenti della zona, c’è chi per tutta la mattina ha protestato proprio in via XX Settembre per provare a fermare l’abbattimento dei 45 ciliegi giapponesi. Cittadini, commercianti e politici, già alle 7 del mattino, si sono radunati lungo la strada che da via Milano porta a piazzale Gerbetto, cioè fino alla stazione di Como Borghi. Il sindaco di Como, però, tira dritto e – come più volte ribadito – resta fermo sulla sua posizione. Al posto dei ciliegi, quindi, dovrebbero essere piantati dei peri, che comunque – in primavera – regalano fioriture bianche e rigogliose.
I giardinieri incaricati da Palazzo Cernezzi, come messo nero su bianco nei giorni scorsi, di prima mattina si sono presentati in città per i lavori di abbattimento, ma la manifestazione ha impedito ai giardinieri di iniziare le operazioni, che sono state quindi temporaneamente rimandate.
Insomma, l’addio dei ciliegi a Como – prima ai Giardini a Lago, davanti al Tempio Voltiano, ora in via XX Settembre – è già diventato un caso che infiamma la politica, divide i cittadini e scatena i social. Intanto la petizione online per salvare le piante al centro delle polemiche ha superato le tremila firme. Da parte del sindaco Rapinese però nessun dietrofront. E così Como si prepara a salutare i ciliegi anche in via XX Settembre, interessata ora da alcuni provvedimenti viabilistici legati proprio all’abbattimento delle piante, poi sarà il turno della vicina via Aldo Moro.
L’appello di politici e residenti
I giardinieri arrivati sul posto per il già programmato abbattimento dei ciliegi hanno trovato sotto gli alberi residenti e politici, che hanno così reso difficoltose le operazioni di taglio, le quali – come detto – sono state quindi posticipate.
Oltre agli esponenti comaschi dei Verdi, presenti il consigliere regionale di Forza Italia, Sergio Gaddi, il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Alessandro Nardone, Teresa Minniti, vicepresidente dell’associazione Nova Como, e Alessandro Rossi, segretario del circolo Pd Como Convalle.
Tra i manifestanti non c’è una contrarietà assoluta. L’appello è chiaro: salvare le piante non ammalorate e sostituire con altri ciliegi quelle che dovranno necessariamente essere abbattute.
Elisabetta Patelli scrive al prefetto di Como
“No tabula rasa, no alla pianta di modesto valore ecologico ed estetico. La reazione della città non è un dettaglio emotivo: è un segnale fortissimo. Sono alberi che accompagnano Como da oltre cinquant’anni. Una presenza così lunga diventa memoria collettiva, identità ed eredità”. A dirlo è Elisabetta Patelli, presidente onoraria dei Verdi della Lombardia, in prima fila per dire “no” all’abbattimento dei ciliegi in città.
“La discussione – prosegue Patelli – non può però fermarsi alla nostalgia: va affrontato il merito delle decisioni comunali”. A sua detta, infatti, i numeri direbbero ben altro: “Secondo quanto dichiarato dalla stessa dottoressa Zottola, cioè l’agronoma incaricata dal Comune, circa il 70% delle piante presenta funghi. Tradotto: una quindicina di alberi è sana”. Per la presidente onoraria dei Verdi della Lombardia, “il 30% degli alberi è sano” e non andrebbe quindi abbattuto. Viene contestato in particolare un metodo d’intervento considerato “problematico”. Contestata anche la scelta botanica, “perché il “pero cinese” non convince”.
“Costano cari, hanno vita breve (max 25 anni). Hanno scarsa capacità di assorbimento della CO2 (diversamente da quanto affermato dall’agronoma del Comune), rimangono piccoli, sono infestanti (diversi Stati americani hanno già vietato o limitato questa pianta) e hanno un profumo sgradevole. Puzzeranno poco all’aperto, ma certamente non profumano. I fiori dei peri ornamentali cinesi hanno un odore che da più parti è descritto come quello dei pesci in decomposizione. Qui da noi si dice che “san da freschìn” e a questo punto si può avere la certezza che, comunque lo si interpreti, non regalerà fioriture memorabili e primavere inebrianti“, commenta ancora Elisabetta Patelli. Un pregio però ci sarebbe: “Crescono in modo contenuto – senza richiedere frequenti potature – e di resistono allo smog, alla siccità, al freddo, insomma alle sollecitazioni di una città e di un Comune che non vuole impegnarsi in una cura costante”.
Insomma, l’appello di Elisabetta Patelli è chiaro: “Bloccare la tabula rasa prevista, salvare gli alberi sani e procedere solo sugli esemplari realmente compromessi”, ma anche “aprire un confronto tecnico urgente con la città e con più professionisti del verde urbano”. Infine, “ripensare la scelta botanica, privilegiando specie autoctone o comunque ad alto valore ecologico e paesaggistico“.
Alla luce di queste considerazioni, la presidente onoraria dei Verdi della Lombardia, Elisabetta Patelli, ha inviato al prefetto di Como, Corrado Conforto Galli, una “richiesta urgente di sospensione abbattimento alberi e convocazione tavolo di confronto” relativo alle decisioni prese dall’amministrazione comunale per via XX Settembre. Nella richiesta, sottoscritta anche da Devis Dori in qualità di Deputato della Repubblica gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, si chiede al prefetto di:
- valutare l’opportunità di invitare il Comune di Como a sospendere in via cautelativa l’abbattimento dei 45 ciliegi, considerata l’urgenza e l’irreversibilità dell’intervento
- convocare con urgenza un tavolo istituzionale che coinvolga Prefettura, Comune, tecnici e rappresentanti dei cittadini
- verificare che l’amministrazione abbia rispettato i principi di trasparenza, pubblicità e partecipazione richiesti nella gestione di opere pubbliche con impatto rilevante sul paesaggio cittadino
Ribadita, infine, la “necessità di tutelare un patrimonio storico, identitario e paesaggistico che appartiene all’intera comunità”.






