(ANSA) – PORTOVESME, 21 NOV – "Preoccupati ed esasperati". Sono i due sentimenti che stanno vivendo in queste ore i lavoratori dell’Euralumina dopo quelle che definiscono mancate risposte da parte delle istituzioni per superare l’impasse del blocco degli asset finanziari dell’azienda Rusal, la multinazionale proprietaria dello stabilimento di Portovesme, nel Sulcis. A 40 metri di altezza sul silo della fabbrica di allumina – primo stadio della filiera strategica dell’alluminio – i quattro operai sfidano il maestrale e il gelo di queste ore consapevoli che la notte che gli attende sarà la più dura, vista l’allerta meteo per precipitazioni anche a carattere nevoso a quota collinare. Ma senza risposte da Roma sono determinati a proseguire in questa clamorosa protesta che va avanti da lunedì mattina. "Quinto giorno di lotta dal presidio del silo. Un tempo del cavolo ma non ci intimorisce – dice Enrico Pulisci della Rsa di Eurallumina – Sia chiaro che il ministero e il governo ci diano subito risposte certe sullo stanziamento dei fondi. Teniamo a precisare che in questi 16 anni la Rusal ci ha messo 24 milioni all’anno. Esclusi gli ammortizzatori sociali, non siamo sovvenzionati da contributi pubblici. Quei 10 milioni di fondi che pretendiamo dal governo, perché dovuti per legge, verranno poi addebitati alla società. Non sono a fondo perduto. È un diritto stabilito dalla legge. Chi ha sanzionato e ha creato questo deve risolvere il problema – aggiunge – In Irlanda, Germania e Svezia non ne è stato sanzionato nessuno. Solo i sardi sono i lavoratori più fessi, Vogliamo ripartire dopo 16 anni e con i 300 milioni di euro di investimenti". Questa mattina è fissato un confronto sindacale per esaminare la situazione e non è escluso che gli operai e i loro rappresentanti sindacali possano decidere nuove e più forti azioni di protesta. (ANSA).






