A Como mancano 4mila posti auto, il Comune faccia marcia indietro. Sul nuovo piano della sosta Acus, l’Associazione Civica Utenti della Strada, avanza a Palazzo Cernezzi una richiesta di riesame. Le contestazioni partono ancora una volta dal rapporto tra parcheggi a pagamento e stalli liberi. Dopo un lungo richiamo di documenti precedenti (fino al 1995) secondo l’associazione, le determinazioni appena varate dalla giunta, muovono da una serie di errori mai sanati neppure dalle precedenti amministrazioni e che riguardano la perimetrazione delle zone di particolare rilevanza urbanistica. Di fatto oggi Il territorio cittadino risulta praticamente equiparato per questo con un colpo di pennello le strisce bianche vengono cancellate in favore di linee blu. Perché il rapporto tra posteggi gratuiti e a pagamento si estende e non riguarda più la singola via o area di riferimento.
Il presidente di Acus, Mario Lavatelli, scrive che resta il problema di fondo e cioè che la disciplina della sosta e la conseguente tariffazione non devono rispondere a criteri di “cassa” o a disincentivare i parcheggi in alcune zone. E qui il riferimento è alla ormai nota “tariffa vulcano” da 3 euro l’ora per 24 ore festivi inclusi in alcune strade.
L’associazione precisa inoltre che prima di attuare le misure previste dall’ultima delibera bisognerebbe colmare la carenza di 4mila posti. “Le varia amministrazioni – si legge nella nota – non hanno acquisito tutti i parcheggi nel frattempo già realizzati e neppure hanno incrementato in modo significativo le aree a parcheggio esistenti”. Un esempio che viene riportata l’area ex Ticosa “più volte posta ad esempio di una non adeguata gestione dei posti nelle campagne elettorali con previsione inattuata di circa 900 posti”.
Si chiede all’amministrazione di riesaminare le proprie determinazioni e di rivalutare la vecchia delibera definita “palesemente illegittima”.






