Il consiglio comunale di Como come un ring i cui colpi sono le parole, tra un gong e l’altro. Accuse e difese, i toni si sono alzati su ogni fronte, il clima appare irrespirabile.
E ieri sera la nuova “scazzottata” verbale ha visto coinvolti gli assessori Chiara Bodero Maccabeo e Alberto Fontana, la consigliera Elena Negretti e il sindaco Alessandro Rapinese.
Gli assessori: “Giudizi personali che esulano dal confronto politico”
Al centro del contendere le dichiarazioni della consigliera che dopo la protesta della società Lario Scuola di Judo di sabato sera (ne parlavamo qui) sul palco del Teatro Sociale si era schierata con gli atleti e contro l’amministrazione parlando di assessori “inutili, muti e completamente succubi delle scelte del sindaco. Delle sue follie. Incapaci perfino di un minimo scatto di dignità per contraddirlo”. E ieri sera i due esponenti della giunta comasca, quelli che sabato sera erano sul palco, hanno voluto replicare. Prima è intervenuta l’assessore Bodero Maccabeo sottolineando che si è trattato “di un giudizio personale, che esula dal legittimo confronto politico, ulteriormente amplificato dalla ripresa dei giornali”. Poco dopo l’assessore ha voluto ribadire la compattezza di una giunta che si confronta dove deve confrontarsi e che non fa proclami o “inutile baccano”. A distanza di qualche minuto l’intervento del collega Fontana che a sua volta ha precisato come “queste attribuzioni lusinghiere” esulino “dalla politica” e sconfinino nel personale “per cui valuteremo il da farsi”, risposta che lascia pensare ad una possibile azione legale. “Le assicuro – ha aggiunto rivolgendosi alla consigliera Negretti – che dai nostri confronti di decisioni ne scaturiscono tante quante lei, i suoi amici di partito, di coalizione e finanche di opposizione non sareste in grado di partorire non in uno ma in dieci mandati. Il nostro metodo di lavoro non è il vostro, se siete in grado siate seri e organizzate un’opposizione seria e degna di questo nome”. Negretti in aula poco ha potuto replicare, ha chiesto se quel “valuteremo il da farsi” fosse da intendersi come una minaccia. A quel punto è stato il sindaco Rapinese a rincarare la dose sull’argomento. “Era una minaccia? Sì secondo me, perché io in tribunale ce l’avrei già portata”.
La replica della Lega: “Potevano stare zitti, hanno deciso di parlare”
Con una nota la Lega interviene in queste ore. “La giunta ha minacciato di denunciarci per il comunicato dell’altro giorno – scrive Negretti con il coordinatore provinciale dei giovani del partito Paolo Muttoni -Evidentemente lasciano che il sindaco insulti i cittadini, ma non sopportano di essere criticati politicamente. Peccato: l’unica volta in cui potevano stare zitti, hanno deciso di parlare. Noi però non dimentichiamo i continui insulti rivolti ai cittadini, definiti “scemi”, né quando il sindaco ha dichiarato che i consiglieri comunali gli davano “fastidio”, o quando attacca chiunque non gli vada a genio in questo reame. Le minacce non ci intimoriscono – concludono i due esponenti del Carroccio -. Andremo avanti a testa alta, contro una giunta chiusa nel palazzo e sempre più distaccata dalla realtà”.






