(ANSA) – BOLOGNA, 03 DIC – C’è anche Andrea Cavallari, condannato per la strage di Corinaldo (Ancona), evaso quest’estate dopo la discussione della tesi di laurea a Bologna e poi catturato due settimane dopo in Spagna, tra i 69 detenuti del carcere bolognese della Dozza indagati per introduzione e utilizzo illecito di dispositivi di comunicazione, in particolare telefoni cellulari, all’interno dell’istituto penitenziario. A riportare la notizia è Qn-Resto del Carlino. L’inchiesta, che riguarda un periodo che va dal settembre del 2023 al dicembre 2024, è giunta al termine, e in questi giorni la polizia penitenziaria sta procedendo alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini (pm Domenico Ambrosino) nei confronti dei detenuti. Dagli accertamenti è emerso un vero mercato dei cellulari all’interno del carcere, con un sistema collaudato che prevedeva una sorta di ‘noleggio’ dei telefonini, che veniva pagato con la spesa o comunque con l’acquisto di cibo e oggetti di vario tipo. Stando alle ultime indagini, sottolinea il Resto del Carlino, oggi far entrare uno smartphone in carcere ‘costa’ circa 800 euro. I telefoni sono stati introdotti nelle modalità più varie: portati dai droni (numerosi gli avvistamenti proprio nel periodo dell’indagine), con lanci dall’esterno dentro le celle nel punto del perimetro più vicino al carcere, oppure con la complicità dei familiari in visita. Tra i nomi degli indagati, oltre a Cavallari, anche quello di Mneraj Fatbardh, spacciatore albanese evaso anche lui dal carcere alla fine di marzo, mentre era in attesa di essere trasferito dalla sezione che ospita i semiliberi al padiglione Giudiziario, e poi rintracciato dai poliziotti della penitenziaria pochi giorni dopo. "La Procura registra con grande preoccupazione questo fenomeno – ha detto il procuratore capo di Bologna, Paolo Guido – che rischia di vanificare la pena. Allo stesso tempo però esprime soddisfazione, per fortuna riusciamo a intercettarli". (ANSA).






