Così vicini e così lontani. Da una parte Mozzate, dall’altra Appiano Gentile. A pochi chilometri di distanza Cesc Fabregas e Cristian Chivu preparano la sfida di sabato a San Siro, fissata alle 18.
I due centri sportivi – Mozzate per il Como, Appiano per l’Inter – distano otto chilometri, e sono ad un quarto d’ora di macchina.
L’Inter, prima di affrontare i biancoblù, è sceso in campo in Coppa Italia, nella gara degli ottavi vinta contro il Venezia con il punteggio di 5-1.
Il Como, in questa manifestazione, sarà invece impegnato il 27 gennaio a Firenze contro la Viola. Ma ci sarà tempo per pensarci.
Ora l’attenzione è tutta sul match con i nerazzurri, con il settore ospiti tutto esaurito e 5mila biglietti venduti. Un Como che lo scorso anno, sia all’andata che al ritorno, ha sempre perso per 2-0.
Ma la situazione è completamente cambiata. Sono passati pochi mesi e la squadra lariana è passata dalla dimensione di neopromossa rivelazione della serie A e realtà consolidata, con un Como che è a pieno titolo in zona Europa, a quattro punti dalla vetta.
E anzi, la squadra di Fabregas può avere qualche rimpianto per non aver chiuso a proprio favore le interne partite con Genoa e Cremonese, oltre che quella di Napoli, partita in cui Morata ha fallito un calcio di rigore.
Sarà quindi un faccia a faccia alla pari con un Como che cercherà di migliorare il bilancio contro i nerazzurri. Gli incontri ufficiali finora sono stati 37 con 25 vittorie dell’Inter, 6 del Como e 6 pareggi, con 75 gol della squadra milanese e 30 dei lariani.
Peraltro c’è un anniversario vicino che potrebbe portare bene. Il 15 dicembre del 1985 – quasi quaranta anni fa esatti – allo stadio Sinigaglia il Como vinse per 1-0 con rete del grande e compianto Stefano Borgonovo.
Indimenticabile, per chi lo ha vissuto, anche il 3-0, sempre per il Como e sempre al Sinigaglia, del 16 novembre 1975. Gli anni con il 5 finale e le sfide invernali evidentemente portano bene.
Meglio dirlo piano, ma come spiega il noto proverbio, non c’è due senza tre. A San Siro, sabato, l’ardua sentenza.






