Prima la protesta dei dipendenti poi la revoca della delibera. I sindacati – con un comunicato congiunto di Cgil, Cisl, Uil, Cobas, CSE ed Rsu – annunciano il passo indietro dell’amministrazione comunale di Como e parlano di decisione “sorprendente” e di “un gesto che ha il sapore della ripicca”.
Per ricapitolare al centro del contendere le risorse messe in campo per incrementare il fondo del personale dipendente per finanziare premi di produttività, indennità e valorizzare posizioni di responsabilità.
Tramite trattativa a Como si era arrivati a uno stanziamento di 100mila euro. Palazzo Cernezzi – spiegano i sindacati – intendeva ripartire la cifra esattamente a metà. 50mila euro per le “Elevate Qualifiche”, cioè funzionari e figure di alta responsabilità, in totale 22 posizioni, e altrettanti 50mila euro da suddividere tra i 602 dipendenti. L’assemblea del personale non concordava con questa modalità di contrattazione e rilanciava una controproposta: 90mila euro per i 602 dipendenti e 10mila per le “Elevate Qualifiche”. Ne è seguita una ulteriore mediazione messa a disposizione dall’amministrazione che indicava: 60mila per i dipendenti (circa 99 euro a testa) e 40mila al fondo delle “Elevate Qualifiche” (vale a dire 1.800 euro a testa). Una soluzione – dicono ancora i sindacati – con la formula del “prendere o lasciare”, “senza ulteriore margine di trattativa” e per questo era stato proclamato lo stato di agitazione con annesso tentativo di conciliazione davanti al prefetto.
Nelle scorse ore il colpo di scena con la revoca della delibera che sembra chiudere in modo netto la questione, di qui l’attacco al sindaco Alessandro Rapinese. “Un gesto che ha il sapore della ripicca come un bambino capriccioso che dice o si gioca come dico io o mi porto via il pallone” si legge oggi nella nota firmata nuovamente dalle sigle sindacali – “Dopo mesi di promesse, di tavoli inconcludenti e tensioni crescenti ora si compromette anche il futuro della contrattazione. La domanda è semplice – si chiedono infine – quanti altri lavoratori se ne andranno dal Comune di Como?”.





