La mozione antiburqa è approdata in consiglio comunale a Giussano, 26mila abitanti in provincia di Monza e Brianza e a un paio di chilometri dal Comasco. Non un divieto indiscriminato, va detto. La mozione presentata dalla maggioranza è chiara e mira a vietare nei luoghi istituzionali e negli edifici comunali l’uso di caschi protettivi o di qualsiasi altro dispositivo che renda difficoltoso il riconoscimento della persona. Sono inclusi, quindi, gli indumenti integrali che coprono il volto, come burqa e niqab.
Giussano, la mozione antiburqa arriva in consiglio comunale: le parole del sindaco
È una “battaglia di civiltà” secondo il sindaco di Giussano, Marco Citterio, che fa appello alla necessità di maggiore sicurezza nel suo Comune, come sottolineato – prosegue Citterio – dai suoi stessi concittadini. Alla base ci sarebbe la necessità di dare regole comuni, al di là – quindi – della cultura e del credo religioso.
“Vogliamo dare all’intera cittadinanza regole comuni e condivise, per una questione di sicurezza. Andare nei luoghi pubblici con il volto scoperto è un principio che devono rispettare tutti i cittadini, al di là delle confessioni religiose e della cultura. Bisogna incontrarsi con il volto scoperto, senza alcun tipo di barriera, per rispetto nei confronti della società in cui viviamo”. C’è poi il tema della libertà della donna, sollevato dalla stessa giunta comunale. Una questione di sicurezza nei luoghi pubblici, insomma, ma non solo: l’obiettivo sarebbe anche tutelare e garantire un’affermazione della libertà femminile. “Il tema della libertà e della parità della donna all’interno della nostra società dovrebbe essere condiviso da tutti. Queste donne arrivano da Paesi in cui la figura della donna non è valorizzata come in Occidente. La politica deve fare in modo che le donne abbiano gli stessi diritti degli uomini, cioè studiare, affermarsi e vivere, in un contesto che sia occidentale e non di altri Paesi che non rispettano questi principi”.
Per il sindaco di Giussano, inoltre, servirebbe riaffermare le nostre tradizioni e rivendicare un po’ di orgoglio nazionale. Sulla stessa direzione, inoltre, si stanno muovendo anche altri Comuni del circondario, come Lissone e Concorezzo. La mozione presentata in Comune a Giussano, di fatto, ricalca gli indirizzi già definiti a livello regionale. Era il 2015 quando la giunta Maroni approvò una delibera che vietava l’ingresso “con il volto coperto” in tutti i luoghi della Regione e negli enti pubblici controllati, confermata quattro anni dopo da una delibera della Corte d’Appello di Milano. Insomma, nessuna questione discriminatoria a detta del sindaco di Giussano. Eppure le polemiche non mancano: quella che per alcuni sarebbe una battaglia di civiltà per altri è una battaglia politica e strumentale.





