“Bossi aveva ragione: alla politica romana il Nord dà fastidio”. Il presidente della Regione, Attilio Fontana, ancora una volta, senza freni, torna a mettere un confine tra la Lombardia e la Capitale. Lo fa all’indomani della Prima della Scala di Milano alla quale non sono passate certo inosservate le assenze degli esponenti del governo, fatta eccezione per il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. “Ce ne faremo una ragione, viviamo bene anche da soli” aveva detto il governatore al suo arrivo.
Dopo lo spettacolo, da 11 minuti di applausi, calato il sipario si sono spente le luci ma non le polemiche. E in una lunga intervista al Corriere della Sera il presidente lombardo si è tolto più di qualche sassolino dalle scarpe, anzi si può dire che con le sue risposte ha fatto un balzo indietro alla Lega del primo Umberto Bossi. E poco conta se il suo partito, la Lega appunto, sia parte dell’esecutivo, esprimendo ministri e vicepremier. “Ma non dipende da questo governo – dice al quotidiano di via Solferino – è Roma che da sempre vive con pregiudizio e fastidio la realtà lombarda perché noi rappresentiamo ciò che dovrebbe accadere ovunque e che invece si realizza soltanto qui. E questa cosa – aggiunge – evidentemente fa girare un po’ le scatole e noi siamo vissuti come antipatici”. “Però noi siamo secchioni simpatici e faremmo anche copiare volentieri” dice ancora con un pizzico di ironia. E quando gli viene fatto presente che nel governo ci sono anche ministri della Lega la replica è: “Il problema è che l’amatriciana è buona per tutti” battuta che poi spiega meglio rivendicando un approccio differente: “Esiste un modo di pensare che definiamo romano che è diametralmente opposto al nostro e che ha una sua brillante pervasività”.
Insomma il governatore non le manda certo a dire e torna a far sentire il ruggito del leghista della prima ora.
L’ex sindaco di Varese, al secondo mandato alla guida della giunta regionale – come fece già a marzo scorso ad un evento di cui era ospite in Liguria – tiene fede agli ideali del Carroccio partendo dagli storici cavalli di battaglia: federalismo fiscale, autonomia differenziata e il tema del Nord e delle politiche del Nord: “E’ un’operazione nell’interesse di tutti – ha sottolineato Fontana – perché il Nord che produce di più e sostiene economicamente l’intero Paese non può e non deve rischiare di perdere o di vedere frenate le proprie potenzialità”.
Parole che, richiamando la politica Di Bossi prima e Roberto Maroni poi, sembrano punzecchiare gli ambienti romani e pure l’attuale guida del Carroccio Matteo Salvini, ministro e vicepremier, che, per inciso, parlando delle prossime regionali e del dopo Fontana recentemente aveva ricordato il patto di coalizione: “Se Fratelli d’Italia sarà il primo partito in Lombardia, potrà indicare il candidato presidente” dichiarazioni a cui aveva replicato il segretario della Lega Lombarda, Massimiliano Romeo, ricordando che per il partito del territorio continuare a governare le regioni del Nord è essenziale.





