“Presentate una mozione, sfiduciatemi e poi vinco un’altra volta”. Sabato scorso il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, sfidava così l’opposizione. Ora, la domanda è la seguente: Rapinese ha scelto a braccio quelle parole, oppure gli è arrivata all’orecchio un’indiscrezione?
La stessa indiscrezione, per intenderci, che circola da diversi giorni attorno a Palazzo Cernezzi. Si parla, in sostanza, di un corposo lavoro ai fianchi della maggioranza, per far passare all’opposizione i consiglieri necessari all’approvazione di una mozione di sfiducia che farebbe cadere il sindaco.
La maggioranza di Rapinese si muove granitica, in blocco, come una formazione militare. In più di tre anni solo una crepa: a metà novembre la consigliera Paola Tocchetti è passata a Forza Italia.
Quel che si vocifera è che il centrodestra (con un’azione guidata da almeno due persone che non siedono in consiglio, ma che sanno bene come manovrare le leve della politica) stia cercando portare con sé altri consiglieri, nel tentativo di far cadere il sindaco con una mozione di sfiducia prima della scadenza naturale, giugno 2027.
Quel che è certo, invece, è che i numeri fanno per ora dormire sonni tranquilli al sindaco Rapinese. Il consiglio comunale ha 33 membri, che diventano 31 se si escludono sindaco e presidente del consiglio. Attualmente la lista Rapinese Sindaco ha 18 consiglieri. Le opposizioni (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, PD e Svolta Civica) ne hanno 13. Ciò significa che per cambiare gli equilibri, l’opposizione dovrebbe strappare almeno tre consiglieri alla maggioranza. Operazione non facile, vista la compattezza dimostrata fino ad ora dalla maggioranza (con l’unica eccezione di Tocchetti).
Non facile anche per un tema di posizionamento politico. Rapinese, e quindi anche chi ne ha sposato il progetto, è geneticamente lontano dal centrosinistra. A naso, quindi, un rapinesiano pentito può essere sedotto da un centrodestra liberale, come Forza Italia, più che dal mondo progressista di centrosinistra.
Ma si tratta, per ora, di riflessioni. I numeri, come detto, al momento sono ancora dalla parte del sindaco di Como.





