‘C’è una veste bianca anche per noi’, l’ultimo libro di Vittore De Carli è dedicato a don Roberto Malgesini, il prete ucciso lo scorso 15 settembre davanti alla chiesa di San Rocco a Como da uno dei poveri che aiutava. “Lui, la sua ‘veste bianca’ – ha commentato l’autore all’Ansa – l’ha indossata ogni giorno senza che nessuno se ne avvedesse”.
De Carli, nato nel capoluogo lariano nel 1958, racconta nel suo ultimo lavoro pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, il dramma di sedici persone che hanno contratto il coronavirus, attraverso testimonianze dirette, ma anche –per chi non ce l’ha fatta- le parole e i ricordi di chi è stato loro vicino.
La veste bianca non è solo il camice sanitario dei malati in ospedale ma è diventato il simbolo di un totale cambiamento non solo per chi è stato colpito dalla pandemia, ma per tutti.
“La storia di questi mesi, così vivamente riassunta e racchiusa nella storia di queste persone, si rivela come un tempo di scelta – spiega De Carli, presidente di Unitalsi Lombardia, l’associazione dedita al trasporto di malati nei pellegrinaggi -. La pandemia non è una punizione divina, come fosse la conseguenza di un giudizio implacabile della divinità sull’uomo d’oggi. Piuttosto: contiene un invito, e si offre come “momento propizio” per ricostruire la nostra scala di valori, personale e planetaria”.
La prefazione di ‘C’è una veste bianca anche per noi’ è stata realizzata dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini: “Non è un libro da leggere, da studiare, o per imparare a fare qualcosa –scrive Delpini-. E’ un libro per conversare, avviare un dialogo, per creare e coltivare un’amicizia, per seminare domande e risposte, per cercare insieme una sapienza più alta, un pensiero più umile, una preghiera più sincera”.