Lungolago trasformato in zona 30 all’ora: piovono polemiche sull’amministrazione comunale. Non tanto su questa ipotesi, accolta a onor del vero in modo piuttosto tiepido, quanto sulla spesa per lo studio tramite il quale il Comune è arrivato a formularla.
Un incarico affidato alla società milanese Polinomia, che – ha detto l’assessore alla Mobilità, Daniela Gerosa – è <un complesso lavoro, in ogni caso utile per la stesura del piano generale del traffico urbano>.
Sull’utilità di questa spesa, però, non tutti concordano. Anzi, le critiche arrivano sia dalla maggioranza, sia dall’opposizione. Per il consigliere comunale del Partito Democratico, Gioacchino Favara, il Comune avrebbe potuto utilizzare risorse interne.
<Temo che il documento finirà in un cassetto o negli archivi di Palazzo Cernezzi – dice l’esponente del Pd – per questo studio l’amministrazione avrebbe potuto usare personale interno, peraltro ben pagato>.
Il tono delle polemiche, ovviamente, diventa ancora più infuocato tra i banchi dell’opposizione. <Era proprio necessario spendere 23 mila euro per lo studio sulla chiusura del lungolago, per sentirsi dire che la soluzione più sostenibile è la riduzione da due ad una corsia del lungolago stesso e che invece la chiusura totale, anche per fasce oraria, appartiene al mondo dei sogni? – si chiede Marco Butti, consigliere di opposizione ed esponente di Fratelli d’Italia – A nostro giudizio no. Ora prima di qualsiasi decisione, la Giunta presenti alla città il Piano Urbano del Traffico>.