A quasi quattro anni di distanza dall’irruzione degli skinhead, il 28 novembre del 2017, durante una riunione dei volontari della rete Como senza frontiere, nel Chiostrino di Sant’Eufemia, domani in tribunale a Como è fissata una nuova udienza del processo ai tredici indagati per il blitz. Dopo due, successive false partenze del procedimento, con rinvii dettati da motivazioni tecniche, il processo dovrebbe entrare nel vivo.
A Como, secondo quanto ricostruito nel corso dell’indagine, era arrivato un gruppo di esponenti del Veneto Fronte Skinheads, provenienti da diverse zone della Lombardia e anche da altre regioni. Dopo l’irruzione, avevano costretto i volontari ad ascoltare la lettura di un comunicato contro il lavoro dei volontari che assistono i migranti.
Il processo
La prima udienza del processo era stata fissata nel mese di dicembre dello scorso anno ma era saltata per un difetto di notifica. Nel maggio scorso un nuovo rinvio per un errore procedurale. Dal decreto di citazione a giudizio all’udienza erano trascorsi 57 giorni e non i previsti 60 e le difese hanno sollevato l’eccezione, facendo slittare nuovamente l’udienza.
Domani il processo dovrebbe partire e nell’udienza dovrebbe essere sciolta la riserva sulle richieste di costituzione di parte civile presentate da 12 dei presenti all’irruzione e da Anpi, Cgil, Associazione Luminanda, Arci, Sinistra Italiana e Rinfondazione Comunista, tutti firmatari del manifesto della rete Como Senza Frontiere.
Il presidio
In occasione dell’udienza, la rete di Como senza frontiere ha organizzato un presidio a partire dalle 9.30 a poca distanza dal tribunale, in viale Battisti.