Botta e risposta in Regione, tra maggioranza e opposizione, sul pagamento della sanità da parte dei frontalieri il cui destino, ancora una volta, resta incerto. Al centro dell’attenzione, negli ultimi giorni, quello che da più parti è stato definito come un ingiusto balzello, ovvero il contributo al servizio sanitario nazionale richiesto ai lavoratori oltreconfine per poter beneficiare delle prestazioni, in base all’interpretazione della circolare ministeriale del 2015 fatta da alcune Ats. Un contributo che potrebbe oscillare, a seconda del reddito, tra i trecento e i tremila euro.
Dopo il voto alla Camera di giovedì scorso, con l’approvazione della mozione che impegna il governo a tutelare i frontalieri, la cosiddetta mazzata sulla sanità per i frontalieri dovrebbe essere sospesa, ma restano i punti di domanda ed è scoppiata la polemica politica.
Se il Partito Democratico punta il dito contro la Regione per l’interpretazione restrittiva della circolare, da Palazzo Lombardia rispondono attaccando il governo.