Cambia il Natale a Como: non più “Città dei Balocchi”. Cambia il nome ma cambia, soprattutto, il modello di organizzazione dell’evento. Non più un unico bando, ma singoli servizi suddivisi e assegnati direttamente dal Comune a fornitori differenti.
Si apre quindi alla totale concorrenza con la partecipazione di nuovi soggetti agli eventi natalizi e si ricerca una maggior efficienza nell’organizzazione. Queste le prerogative – secondo l’amministrazione comunale – del nuovo Natale comasco. Un’assegnazione diretta dei singoli servizi – la pista del ghiaccio o le bancarelle, per citare due esempi – dovrebbe, a rigore di logica, garantire un risparmio. Il Comune, impegnandosi direttamente a trovare i fornitori dei servizi, accorcia infatti in modo netto la filiera dell’organizzazione.
Il trentennale modello “Città dei Balocchi” va quindi in soffitta. O, almeno, non verrà riproposto a Como. Una svolta clamorosa decisa dalla nuova amministrazione cittadina. Dopo averlo annunciato più volte in campagna elettorale e ancor prima da consigliere comunale, il sindaco Alessandro Rapinese, con l’appoggio della giunta, ha di fatto cancellato il modello della manifestazione che ha contrassegnato per quasi trent’anni gli eventi natalizi del capoluogo lariano.
“Il tema del Natale ora si lega anche alla beneficenza – dichiara l’assessore al Turismo Enrico Colombo – Questa volta il ruolo di regia lo avrà interamente il comune di Como”.
Dunque diversamente dal passato non si prevede che un insieme eterogeneo di eventi venga affidato in un’unica procedura a un unico soggetto. Non più quindi un unico bando ma – come detto – la suddivisone per competenze ad attori diversi.
“Gli operatori che parteciperanno al Natale di Como – come ad esempio chi vincerà il bando per gestire le casette – saranno obbligati a cedere il 10% del fatturato alle associazioni di volontariato individuate dal Comune – spiega ancora Colombo che aggiunge – Verranno inoltre privilegiati l’artigianato e il commercio locale”.
Confermate le casette ma saranno meno rispetto al passato, 73 per la precisione: 50 in piazza Cavour destinate soltanto ai prodotti del territorio, 20 in viale Corridoni per attività di somministrazione e tre in piazza Grimoldi destinate alle associazioni del terzo settore. “La città non sarà al buio – dice infine Colombo – È indecoroso proporre illuminazioni ad alto consumo energetico in questo momento, ma le vie saranno illuminate perché sono già in uso luminarie a led e il consumo è irrisorio”.
A breve – assicurano da Palazzo Cernezzi – saranno pronte tutte le procedure.