(ANSA) – PORDENONE, 07 OTT – "La Santa Sede ha un deficit strutturale, da sempre, che si aggira tra i 50 e i 60 milioni di euro l’anno. Se dovessimo coprire questo deficit soltanto tagliando le spese, dovremmo chiudere 43 delle 53 entità che fanno capo alla Curia romana, e questo non è possibile. Quindi, dobbiamo lavorare tantissimo per incrementare i ricavi". Lo ha detto ieri sera il prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede (sorta di ministero dell’Economia), Maximino Caballero Ledo, per la prima volta intervenendo a un dibattito pubblico. Ledo è stato intervistato dall’ANSA all’incontro "La nuova organizzazione economico-finanziaria dello Stato della Città del Vaticano" alla seconda giornata di "Pn Trading Places" festival sulla cultura finanziaria dell’Università di Udine e Comune di Pordenone. D’altronde, nell’ambito del conto economico deve rientrare anche "la missione della Chiesa che ovviamente è deficitaria", ha precisato Caballero Ledo, che è uno dei quattro laici a capo di una organizzazione della Santa Sede, voluti da papa Francesco nella sua riforma. "La prima cosa che ti dicono quando arrivi è ‘la Santa Sede non è un’azienda’. Quindi tutte le decisioni economiche devono considerare questo aspetto". In caso contrario, "dal punto di vista economico sarebbe molto facile risolvere tutti i problemi – ha indicato il prefetto – La Santa Sede è una piccola realtà economica, chiunque abbia responsabilità in una azienda sa perfettamente come risolvere i problemi economici della Santa Sede. Ma bisogna implementare la missione della Santa Sede, quindi l’equilibrio non è facile e la soluzione non è facile". (ANSA).