Non è più solo un tema politico o puramente tecnico quello delle paratie. Oggi si alza netta la voce del mondo produttivo, attraverso le parole del presidente della Camera di Commercio, Ambrogio Taborelli. Il quale lancia un appello allo Stato affinché tolga dai litigi locali il cantiere e la sua gestione e intervenga con mezzi e strumenti ad hoc. Segno evidente che l’esasperazione per il punto morto in cui è finita l’operazione lungolago sta travalicando abbondantemente i limiti.
“Da cittadino – afferma Taborelli – dico che siamo di fronte a una tempesta perfetta, apparentemente senza alcuna soluzione. Nessun sembra sapere come si esce da questo problema. E bisogna ammettere che sia la giunta Bruni che ha avviato l’opera, sia la giunta Lucini che l’ha proseguita hanno fallito su tutti i fronti”.
Parole durissime, che il presidente della Camera di Commercio non vuole calare in alcuno scenario politico o elettorale, ma che culminano in un concetto ribadito più volte nel colloquio.
“Ormai è chiaro – dice Taborelli – serve un’autorità superiore che prenda in mano le paratie. I fallimenti di questi anni non fanno onore alla città e ai comaschi che subiscono questa vergogna da troppi anni. Penso dunque allo Stato e a un provvedimento legislativo studiato apposta. Non bisogna vivere come un’umiliazione la sconfitta, è più onesto ammettere di non essere capaci. Ora – conclude – servono risposte e soluzioni”.
L’appello dunque è lanciato, il mondo economico e produttivo di Como ha deciso di alzare la voce. Ora, serve soltanto qualcuno disposto ad ascoltare e ad agire. In fretta.