Centosessantadue case inagibili a fronte di oltre 500 domande di alloggi. Da questi dati è partita Roberta Marzorati, consigliere comunale della Lista Per Como, per preparare l’interrogazione rivolta al sindaco Mario Lucini e all’assessore al Patrimonio Marcello Iantorno. L’obiettivo è sapere che fine abbia fatto il programma di assegnazioni di abitazioni non agibili previo accordo con gli inquilini per eseguire lavori di piccola ristrutturazione.
“Soltanto 15 appartamenti comunali su 177 sono stati ristrutturati e messi a norma con soldi pubblici regionali – dice Marzorati nell’interrogazione – ma la Regione, per abbreviare i tempi, dà la possibilità al Comune di assegnare un alloggio che necessiti di piccola manutenzione o adeguamento a norme di sicurezza tramite un’apposita convenzione. Un accordo che prevede soltanto che l’assegnatario si impegni ad anticipare tutte o parte delle spese, decurtate poi dai successivi canoni, previa autorizzazione dei lavori da parte dell’ Ente Gestore che s’ impegna ad effettuare la vigilanza-direzione degli stessi ed eseguire le opportune verifiche”.
Una procedura già adottata dal Comune di Milano, che ha potuto assegnare 47 alloggi su 50 con 447 manifestazioni di interesse tra i soggetti della graduatoria Erp. “Anche a Como – prosegue Roberta Marzorati – su proposta dell’assessorato al Patrimonio, una delibera di giunta approvata nel marzo del 2015 prevede l’assegnazione allo stato di fatto di appartamenti di proprietà comunale necessitanti di opere d’ adeguamento a soggetti, già inseriti nella graduatoria ERP, che s’ impegnino, anticipandone le spese, a provvedere ai lavori necessari”. Passaggio che naturalmente prevede qualche criterio di base, ad esempio “che in caso di più concorrenti per uno stesso alloggio, si ricorra, come parametro di selezione, alla posizione in graduatoria e alla composizione del nucleo famigliare rispetto agli appartamenti disponibili, dando priorità alle famiglie che hanno già subito lo sfratto, per interventi comunque non superiori ad euro 9mila euro, escludendo dunque unità abitative per le quali sono necessari ingenti interventi di manutenzione”.
“L’attuazione di tale delibera – conclude Marzorati -comporterebbe da una parte la ristrutturazione di immobili che, a causa della penuria di risorse comunali, resterebbero in stato di degrado e abbandono, e dall’altra la possibilità di dare risposte a cittadini in difficoltà. Per questo chiedo a che punto sia quel processo lodevole che la delibera avrebbe dovuto innescare o in alternativa, nel caso non fosse stato ancora mosso alcun passo e se così quale ne sia la ragione”.